| Eccomi, eccomi! Scusate il ritardo ma sono in una settimana da incubo. E' per questo motivo che al momento, ma solo al momento, non me la sento di postare qualche nuovo contributo sostanzioso a questa bella discussione. Permettetemi pertanto di aggirare il problema e "riciclare" un paio di vecchi interventi che spero possano essere comunque di qualche utilità. D'altronde dobbiamo anche imparare a sfruttare il grande bagaglio di dati e conoscenze racchiuso nell'archivio dl forum! Nel frattempo mi impegno comunque a preparare qualcosa di più adeguato per la prossima settimana, in primis una bibliografia e una webgrafia ragionate delle devozionali. Sul versante organizzativo proporrei di continuare a raccogliere contributi dal maggior numero di utenti possibile, penseremo poi in un secondo momento a "sfoltire". Ed ecco dunque ciò che ho recuperato: COME DATARE UNA DEVOZIONALE CITAZIONE (fokista @ 15/9/2011, 02:30) [...] Allora da quello che ho imparato dagli utenti del forum più ferrati in materia e dalla poca letteratura a riguardo su cui sono riuscito a mettere le mani, sono giunto a queste considerazioni:
-la datazione delle devozionali può essere tentata attraverso tre tipi di analisi (che dovrebbero poi naturalmente incrociarsi tra loro), l'analisi del contesto del ritrovamento, l'analisi morfologica e l'analisi tematico/stilistica. Per l'importanza della conoscenza del contesto, quando naturalmente c'è n'è uno, spero non ci siano dubbi. Proseguendo, nell'analisi morfologica si possono invece prendere in considerazione il materiale, la forma o alcuni elementi specifici della struttura della medaglia per tentare una datazione approssimativa. In questo senso tipica è l'osservazione dell'appiccagnolo, come descritto in maniera molto semplificata in questa scheda.
Questo tipo di datazione non può essere molto preciso ed infatti di solito abbraccia uno o anche due secoli. Bisogna tener conto della lentezza con cui la forma delle devozionali è mutata nel tempo, ma anche le differenze regionali e il riutilizzo, anche a distanza di tempo considerevole, dei medesimi stampi. Insomma l'analisi morfologica può darci delle indicazioni di massima, ma non gli si può richiedere di più. Una datazione più accurata si può invece ottenere TALVOLTA grazie all'analisi tematico/stilistica. Lo studio dello stile e soprattutto del tema delle devozionali può infatti essere utilissimo per raggiungere una datazione certa. La presenza di un pontefice, l'indicazione di un anno santo, la beatificazione o la canonizzazione dei santi e dei beati sono gli elementi più preziosi in questo senso. Ma anche gli elementi stilistici e il collegamento tra il tema della devozionale e la storia della Chiesa possone essere molto utili in questo senso. [...]
- devo dire però che, seppur molto importante, la datazione delle devozionali non può essere l'aspetto principale del nostro interesse verso questi oggetti. Talvolta ho l'impressione che ci si concentri invece troppo su una (insicura) datazione basata soprattutto sull'analisi degli elementi formali (come ad esempio la forma dell'appiccagnolo) e si trascura invece, o talvolta si ignora totalmente, il concetrato di simbologia religiosa, devozione popolare, propaganda politico-religiosa, elementi tecnici ed artistici che rendono le devozionali un ritrovamento così affascinante e ricco di informazioni. Come mai spesso ci fermiamo ad uno sterile: "complimenti, XVII-XVIII secolo", senza nemmeno metter in campo il tentativo di andare oltre e tentare una analisi del tema, della sua simbologia, un collegamento con la devozione popolare dell'area di ritrovamento, un rimando alla bibliografia esistente? Il nostro obbiettivo dovrebbe essere storicizzare, non solamente datare! LA TECNICA DI FABBRICAZIONE DELLE DEVOZIONALI CITAZIONE (valter_64 @ 22/12/2011, 21:14) Ciao a tutti , visto che sul forum vi sono tantissimi interessati alle medagliette votive volevo riportare dal libro delle medagliette e crocifissi di: Aldo Candussio e Elena Rossi ( per chi non lo possedesse) alcuni cenni storici sulla loro fabbricazione .
Tecnica Fusoria
La tecnica fusoria del bronzo risale agli inizi del secondo millennio AC , fin dai primi tempi la grande abilita' dei fonditori ci ha lasciato una grandissima quantita' di strumenti domestici , oggetti di ornamento personale e di armi. Per l'esecuzione di questi manufatti veniva usato il bronzo , lega Rame-stagno in percentuali variabili. questo metallo fuso veniva colato dentro stampi con l'impronta in negativo dell'oggetto che si voleva ottenere: questo e' il procedimento piu' antico che poi aveva bisogno di una ulteriore rifinitura. Una tecnica piu' avanzata che dava risultatipiu' precisi nella definizione dei particolari anche minuti era il procedimento di fusione a cera persa. Per fare cio'veniva preparato il modello in negativo su un massello di metallo riproducente il dritto e il rovescio delle medaglie , dei crocifissi o di altri oggetti; dentro queste impronte veniva colata della cera fusa che, una volta raffreddata, veniva tolta dalla matrice riproducendo in positivo anche i piu' piccoli particolari . I modellini in cera dopo aver applicato i canali di colata del metallo fuso , venivano post entro un cilindrometallico o ceramico all'interno di un'impasto di gesso di alabastro pastoso o di minutissima terra da fonderia compressa. Dopo L'essiccazione dell'impasto, veniva riscaldato il contenitore, rovesciato per la fuoriuscita della cerae , riposizionato verticalmente, veniva colato il bronzo fuso che riempiva l'impronta in negativo lasciata dalla cera. Dopo il raffreddamento del bronzo , venivano liberate le medaglie ,i crocifissi o gli altri oggetti dalla massa gessosa o di terra che li ricopriva . Le medaglie piu' grandi propabilmente venivano fuse singolarmente , quelle di dimensioni piu' piccole invece venivano realizzate , per ogni colata, anche in numero di dieci o venti. La prova di queste fusioni multiple sono riconoscibili su molte medaglie esistenti che presentano un evidente rigonfiamento nella parte inferiore dove era presente il condotto per il passaggio del bronzo fuso da una all'altra medaglia..
CITAZIONE (fokista @ 23/12/2011, 22:19) Ciao Valter_64, segnalo a te e agli altri amici del forum un'altra teoria sulla tecnica di fabbricazione delle devozionali. In un breve saggio di Federica Annibali contenuta nel testo Raccolte Comunali di Assisi. Monete, gettoni, medaglie, sigilli, misure e armi, Electa 2000, si parla infatti dell'utilizzo congiunto delle tecniche di fusione e battitura per la realizzazione delle devozionali, almeno a partire dalla seconda metà del Seicento e fino all'Ottocento. Secondo tale teoria si procedeva in tre fasi: CITAZIONE La prima fase doveva consistere nella fusione, forse a catena, dei pezzi; la seconda nella coniazione "a mazza" e la terza e ultima nell'asportazione delle bavette e nella formazione della linguetta dell'appiccagnolo per mezzo della lima. In pratica, secondo questa teoria, le medaglie grezze e liscie ottenute dalla fusione venivano coniate solamente in un secondo tempo tramite dei potenti colpi assestati agli stampi di conio desiderati. L'autrice porta a sostegno di questa teoria un documento lauretano del 1751 dove si parla testualmente di " fonditori di medaglie a mazza" e la testimonianza di Benvenuto Cellini (nientemeno!) che nel suo Oreficeria descrive effettivamente tale tecnica mista. Comunque, a parte questi rimandi storici, ho trovato questa teoria molto interessante anche perchè in effetti spiegherebbe alcune curiose devozionali che presentano l'immagine devozionale capovolta rispetto alla posizione dell'appiccagnolo e, anche se non sempre, pure dell'immagine raffigurata nel lato opposto (vedi ad esempio: http://metaldetectorforummarche.forumfree.it/?t=51221786 ). Difficile credere in questi casi che si sia trattato di uno stampo di fusione errato. Più facile immaginare invece che l'errore sia avvenuto nella fase di battitura. Bene, per ora è tutto. A presto!
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