CITAZIONE (Cullinam @ 5/3/2019, 14:38)
I
TUTTI i laureati in archeologia sono disoccupati.
Premetto che quello che hai scritto, sostanzialmente è vero ma in diverse parti inaccurato. Di laureati in Archeo, o conservazione dei beni culturali, lettere antiche ecc ce ne sono centinaia, forse migliaia. Non si può certo farli lavorare tutti gratis, tanti lo fanno lo stesso per passione. Spesso si sottovaluta quello che le Soprintendenze fanno, semplicemente perchè non si divulga quello che si acquisisce se non negli ambienti universitari, dove se va bene arrivano a qualche decina di persone.
Ogni tanto qualche mostra, che per alcuni giorni getta un pò di luce per i cittadini, e poi di nuovo nulla. Questo dà l'impressione che in Italia i beni archeologici non vengano correttamente tutelati o studiati, il che è falso.
Ci sono, letteralmente, migliaiaia di articoli di studi archeologia (anche "minore") fatti in Italia pubblicati sulle riviste del settore. Poi potremmo aggiungerci migliaia di tesi e tesine fatte "gratis" da studenti e laureandi che giacciono nelle biblioteche delle varie università.
Sono censiti sulle carte GIS del ministero decine di migliaia di siti archeologici, dai resti di ville romane ancora visibili sparse per l'Italia, alle fortezze preistoriche, ma anche i campi arati dove emergono cocci e ceramiche. Sono catalogati dal ministero, ma spesso sul territorio non c'è nemmeno un cartellone esplicatore. Si fanno occasionalmente campagne di scavo, compatibilmente con i fondi disponibili.
Le risorse per tutelare questo enorme patrimonio non sono forse adeguate, ma sarebbe molto complicato adeguarle perchè il paese è strapieno di siti di interesse.
https://groma.unibo.it/Non si può per questo condannare le Soprintendenze, tantomeno giustificare i tombaroli (e comunque qui nessuno lo fa). Quello forse in cui si pecca, e in cui si potrebbe fare un pò di più, è appunto il divulgare le conoscenze acquisite. Far uscire gli articoli dalle università e innaffiare i territori interessati, quello si potrebbe fare.