E adesso?............

La spiaggia rientra nelle proprietà dello Stato e quindi soggetta alla stessa legge della terra ferma. Nella prima parte della comunicazione si legge questo:

..........."Infatti, tutto ciò che viene rinvenuto nel sottosuolo o nei fondali marini è proprietà dello Stato e fa parte del demanio o del patrimonio indisponibile (ex artt. 822 e 826 del Codice Civile), pertanto nessuno può effettuare ricerche archeologiche senza l’autorizzazione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT) ex art. 88 e 89 del D.Lgs. 42/2004 e s.m.i. Qualora vengano effettuati scavi illeciti, anche di lievissima entità, ciò che viene ritrovato è, per legge, considerato provento di furto a danno dello Stato ed il responsabile subisce le pene previste per quel tipo di reato."...........

Non abbiamo qui un avvocato che possa dire una sua opinione?.

Caro Seneca, in queste righe della Sop. mi pare di capire che viene punito "lo scavo" in sè stesso, che "potrebbe" diventare archeo se, dopo aver effettuato lo scavo, ci troviamo fra le mani un bel denario. Scavo vietato dalla legge.

Purtroppo, non sapendo cosa si trova sotto terra prima di effettuare lo scavo, siamo sempre a rischio rinvenimento archeo, e quindi, visto che lo scavo archeo ci è vietato, non possiamo fare scavi.

Io la interpreto così, ma spero proprio di sbagliarmi.


Ollo, se leggi attentamente il punto 1, vedrai che non c'è distinzione fra terreno pubblico e privato.