Quello che dici non è corretto . Prima di generalizzare bisogna informarsi bene e anche quello che mi accingo a riportare è una linea guida , ogni contesto , rientrando in una serie di particolarità può essere soggetto od esonerato da limiti .
In aree archeologiche , territori di proprietà dello stato (acquistati) e dati in affitto o comodato d'uso dalle sovrintendenza ad agicoltori per cifre bassissime , l'aratura è spesso vietata , spesso possono essere solo sconvolti per pochi centimetri , comunque profondità che vengono concordate di volta in volta .
Vincoli differenti valgono per terreni dove risultano evidenze archeologiche ma il terreno non è di proprietà dello stato ,in caso (raro) di terreni boschivi mai arati subentrano discorsi a livello naturalistico e paesaggistico con vincoli che si sommano , in caso di terreni agricoli lavorati da anni , a meno di interventi eccezionali come a seguito opere di livellatura (che abbassano il livello dell'arativo ) vigono generalmente i limiti imposti nelle aree centuriate .
http://territorio.regione.emilia-romagna.i...azione-del-ptprArticoli 21 e successivi , che parlano di 50 cm per arature annuali e non negano arature più profonde ma con l'obbligo di avvisare (e dopo aver ricevuto risposta
) dagli organi competenti.
Detto ciò faccio notare come tutte le aree centuriate rientrano in aree considerate di attenzione e rilevanza storica alle quali portare rispetto , magari da evitare con cercametalli per poi non essere accusati (in modo indiretto) di ricerca archeologica abusiva .