| Ma forse stiamo dando un'idea sbagliata.
kaio...dal come parli sembra che noi, tizio, kaio e sampronio, non possiamo chiedere un qualcosa a quel grande, e potente, quasi incontrariabile (che parolaccia) ente che sono le soprintendenze? Escludendo il caso del post, da come ti esprimi tu kaio, sembra che se io sono interessato alla storia del mio paese, e anche in base alle leggi Italiane, devo per forza chiedere e pagare, qualche luminare che se ne frega di casa mia, della mia terra e dei reperti che essa nasconde, perchè una antica, quasi archeologica, legge dice che io, brutto operaio che ha appena frequentato la terza media, che non ha potuto studiare archeologia, ma che ha un grande senso di responsabilità riguardo ogni piccolo reperto che racconta il suo passato, una grande immensa passione per la sua storia, del suo piccolo borgo, non posso farlo, e questo potrebbe anche passare, ma addirittura che se si chiede qualcosa, arrivano con i carabinieri o altro....spero le vostre risposte siano solo per questo caso e per il "Bruno", ma se io mi sento così discriminato per colpa di certi elementi che non sono nemmeno mossi dalla vera passione storica, (e nemmeno dalla passione del commercio come purtroppo i tre re magi beccati) mi viene voglia di fare casino, molto casino! Le domande, le richieste o i permessi come volete chiamarli, devono essere fatte, se non c'è domanda non ci può essere risposta. Io stesso ho fatto delle richieste scritte, ho anche litigato con una soprintendente, e i miei soci sanno le mie risposte. Chi chiede qualcosa non è da condannare, CHI VENDE, CHI COMMERCIA ILLEGALMENTE MATERIALE STORICO, è da condannare, non di certo chi vuole scrivere un libro del proprio paese. Con tutto questo non credere caro Bruno che io sia in qualche modo in accordo con le tue idee, non mi piaci come persona, come uomo, in base a quello che tutti sappiamo sul tuo passato, niente di veramente personale, ma se posso scegliere chi devo rispettare e andare a spazzolare...scelgo kaio e combriccola.
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