Bene, ancora impegni, stanchezza e brutto tempo, anche oggi si esce domani....
Ne approfitto ancora per raccontarvi la storia di un ritrovamento, o meglio la Storia che c'è dietro un ritrovamento, una vicenda che seppur andata a buon fine, per mille motivi mi ha lasciato un sacco di amaro in bocca... ma stiamo ai fatti: correva l'anno 2016, allora, ingenuamente, collaboravo ancora con una delle tante associazioni di ricerca costantemente impegnate più che nei recuperi, nel farsi costantemente la guerra per l'ambizione personale di alcuni singoli componenti, ma questo l'ho dovuto capire dopo... Più o meno in primavera mi arriva una telefonata dell'amico (lui davvero) Piergiorgio, di Appennino 44: siamo sulle tracce di un aereo, venite su a vedere cosa è saltato fuori? In men che non si dica, con Riccardo partiamo alla volta dell'alto Appennino. Piergiorgio ha raccolto la storia dell'anziana signora Nelly; nell'estate del 1944 era una bambina che, con la famiglia, si nascondeva nei boschi, in attesa che passasse la furia del grande rastrellamento. Una notte, stanca del caldo e dell'umido del rifugio scavato nella terra del bosco, Nelly era uscita. In lontananza si sentivano ancora spari isolati, e si vedeva il bagliore degli incendi appiccati alle case più a valle. All'improvviso, il rombo di due aerei sbucati da sopra il crinale la fece trasalire: venivano dalla vicina toscana e uno inseguiva l'altro, sparando, e la'ltro rispondeva al fuoco. Il TAC-TAC-TAC dei colpi si univa ai bagliori delle traccianti rosse e verdi che illuminavano la conca ai piedi della montagna. All'improvviso, l'aereo inseguito fece uno scarto, si incendiò, e si schiantò su una cima vicina, allora adibita a pascolo. L'altro aereo, più grosso, fece ancora un giro sulla valle prima di ripassare il crinale. L'indomani, Nelly, assieme a molti paesani, si recò sul luogo dello schianto: cumuli di rottami erano stati proiettati tutto attorno, assieme a resti umani... In fretta, prima di tornare nei nascondigli nel timore dell'arrivo dei tedeschi, i pochi resti recuperati furono radunati in una buca. Come sempre Piergiorgio ha lavorato bene, raccogliendo testimonianze e confidenze che non solo ci fanno circoscrivere la zona di ricerca, ma ha già recuperato alcuni resti importanti: il motore dell'aereo si era staccato dalla fusoliera, e alcune parti si erano conficcate in un'aia, dove sono state conservate per decenni. Sono il mozzo dell'elica e un albero motore, un motore Junkers Jumo: stiamo cercando un aereo tedesco, un monomotore, con un mitragliere posteriore... uno Stuka!
Appena possibile il seguito del racconto....
Attached Image: 2016 jumo