| Uhhhmmmm... Quando leggo articoli come questo, alcune volte mi chiedo se dietro ci sia una vera intenzione di informare, o semplicemente il tentativo di sollevare un po' di polverone e basta. Mi spiego meglio: che ci sia un problema con l'alcol che coinvolga i anche i giovani (dico anche...non solo..) non è una cosa nuova. Io lavoro per una ditta di bus, ed abbiamo maturato negli anni una certa esperienza in fatto di addii al celibato/nubilato, feste di classe, di compleanno, eventi aziendali, incentive, ecc ecc... Non sto qui a raccontarvi di come spesso, a fine serata, siano ridotti i mezzi che si occupano di riportare a casa i partecipanti a queste serate; credo che lo possiate facilmente immaginare da soli. Più di una volta i nostri autisti hanno dovuto contattare le Forze dell'Ordine, oppure i Presidi Sanitari, per risolvere problemi creati da persone che avevano decisamente alzato troppo il gomito. In alcuni casi queste persone erano dei minori, o addirittura gruppi di minori, di ritorno all'alba da nottate in discoteca, oppure da locali nei quali "teoricamente" non avrebbero nemmeno potuto entrare. Il problema quindi esiste. Detto questo, secondo me, vanno aggiunte pure altre considerazioni. Io ieri ho compiuto 54 anni; non sono ancora vecchio e rincoglionito, ma neppure sono un ragazzino. Vengo da una terra (il Bresciano) in cui DA SEMPRE si beve; a volte il giusto, a volte molto, altre volte ancora troppo. Quando ero giovane io (inizio anni 80) tutti i miei amici bevevano duro (dico tutti). Dalle nostre parti le bibite analcoliche erano per le ragazzine o per gli ammalati; gli uomini bevevano alcolici sempre e comunque, a pasto e fuori, durante tutto il periodo dell'anno. Già la birra era considerata una specie di deroga a quella che era la solita dieta (cosa fai...bevi birra?...stai poco bene?) che contemplava un arco di bevande che partivano dal "pirlo" (il classico vino bianco col Campari oppure un amaro a scelta) fino ad arrivare al Fernet liscio. Questo non significa che si fosse in una terra di alcolisti all'ultimo stadio; però bere anche oltre un certo limite era considerato cosa "normale". Ci sono passato pure io...ho iniziato, ci sono rimasto impantanato per una bella fetta della mia vita, ci ho lasciato affogare affetti, talenti ed opportunità, e poi ho avuto anche la forza di uscirne. Altri, purtroppo, non ci sono riusciti; qualcuno alla mia età è ridotto da buttare, altri si sono spalmati contro qualche guard-rail, oppure hanno finito i loro giorni in qualche corsia di ospedale. Certo...capita... In quegli anni in controlli sulla strada erano praticamente inesistenti (mai incrociato un etilometro, mai vista una patente ritirata per guida in stato di ebbrezza), le campagne di sensibilizzazione erano di là da venire, la pubblicità di alcolici e superalcolici era praticamente ovunque, e perfino i medici chiudevano un occhio se gli dicevi che la sera ti scolavi un mezzo litro di rosso a pasto. Ora le cose mi sembrano radicalmente cambiate, ed in meglio. Il consumo pro-capite di alcolici si è abbassato notevolmente, ed anche la prevenzione ha fatto passi da gigante...eppure... Eppure resta sempre un problema di "educazione". A mio avviso, in questi anni che sono passati, la nostra società, per certi versi, si è "abbruttita", e non di poco... Il problema del bere non è più solo un problema di salute pubblica, ma sta diventando un problema di ordine pubblico. Quando i miei autisti chiamano una pattuglia dei Carabinieri perchè ci sono 4 imbecilli che fanno gli stronzi in un parcheggio rischiano una denuncia.. Se poi questi 4 imbecilli sono minorenni, la maggior parte delle volte hai a che fare con gruppi (no uno...gruppi..) di genitori che ti si scagliano contro, inveendo e minacciandoti. Ed oltre ad abbruttirci, ci stiamo pure rimbecillendo mica poco... Se a me ed ai miei amici, nell'82, belli freschi di vittoria al Mondiale di Spagna, ci avessi dato una pallina da ping pong da buttare in un bicchiere di birra...beh... Non so come sarebbe andata a finire...
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