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| Hai ragione... ma io seguivo un diverso ragionamento (tutto mio, a dire il vero). Mi spiego: mell'ultimo conflitto mondiale i nostro cieli sono stati solcati da centinaia di migliaia di missioni aeree, portate da dozzine e dozzine di diversi modelli di aerei, di molte nazionalità, ciascuno in diverse versioni ed assetti. Al punto che io penso che si debba parlare di "colpi esplosi volo"... in modo piuttosto generico.. Poi vattelapesca se durante un attacco in picchiata, la difesa del bombardiere, la caccia, una ricognizione armata, l'appoggio alle truppe di terra.. etc.
Io quando ho rinvenuto dei .50 nei boschi dei Castelli Romani, sparsi in quel modo, ho pensato ai pesanti bombardamenti delle fortezze volanti, per esempio... Non saprei... se si dovesse immaginare una classifica percentuale di finalità di colpi sparati in volo come si collocherebbe il mitragliamento a terra... Voglio dire... quanta percentuale di colpi sarà stata sparata... aria terra o aria aria...? Non ritengo neppure impossibile che qualche mitragliere di B17 possa aver indirizzato qualche raffica verso terra, per esempio, ma ritengo che la più alta percentuale di fuoco possa essere stata spesa per la caccia e la difesa... Se non altro... i brevetti e le decorazioni per appoggio alle truppe di terra, mitragliamento compresi, sono più rari di quelli della caccia... Gli attacchi a terra, poi, erano diversi a seconda del tipo di valvole che lo portava: lo Stuka... per l'appunto... picchiava... il P47, no.
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