Metal Detector per tutti

Ti racconto una ....... buca.

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icon13  view post Posted on 25/4/2016, 13:34     +3   +1   -1
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White's M6 + Detech Sef 12x10

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Quando si esce in ricerca di militaria con il metal detector, uno degli obbiettivi più ambiti è rappresentato dall'incontro delle piastrine di riconoscimento dei soldati. Incontro senza alcun dubbio di emotiva soddisfazione ma l'adrenalina che trasmette lo scavo di una buca pattumiera intonsa, soprattutto se tedesca, è unica ed irripetibile e lascia un segno indelebile nella memoria del suo scavatore. Un segno che va oltre la soddisfazione per gli oggetti ritrovati perchè attraverso di essi, con la loro classificazione si può parlare di storia della storia del loro uso, dei soldati che li hanno adoperati e nel contempo risalire anche ad eventi e fatti avvenuti nel contesto del ritrovamento.



LA STORIA.

La buca della quale racconterò la storia è stata rintracciata alcune uscite fa, intonsa e con oggettistica di chiara appartenenza tedesca. Dal contesto della sua locazione e per la quantità enorme di bossoli recuperati dentro di essa (in notevole prevalenza tedeschi calibro 7,92x57 Js, poi francesi 8x50 Lebel e russi 7,62x54 Mosin Nagant ) si può ipotizzare che la buca fu a suo tempo allestita come nido di mitragliatrice a difesa di truppe accampate. La buca fu approntata su di piccolo poggio dominante il contesto di allestimento dell'accampamento e di una vicina casa colonica che sicuramente fu sede di comando ed alloggio di ufficiali.



Da testimonianze oculari la presenza in loco di truppe germaniche si può far risalire all'estate del 1943. Dopo la disfatta in Africa Settentrionale del DAK e la conseguente conquista da parte degli alleati dell' Italia del Sud, cominciò da parte di quest' ultimi un sistematico bombardamento aereo delle fabbriche e delle vie di comunicazione dell' Italia del Nord.
Prima dalle basi dell' Italia del sud, poi dai più vicini aereoporti della Corsica (liberata nel Settembre 1943), i bomber squadrons americani poterono, seguendo predestinate rotte, operare in maniera massiccia sugli obbiettivi da colpire. Contrastavano la loro azione scarze forze di aerei da caccia Messerschmitt Bf 109, rimasugli dell'esausta aviazione tedesca e postazioni di artiglieria contraerea dislocate prevalentemente nei luoghi delle rotte di passaggio dei bombardieri nemici.
Uno di questi luoghi fu appunto il territorio preso in esame dalla nostra ricerca.
Da un'attendibile testimonianaza circa un chilometro più a sud del luogo della buca, erano presenti all'epoca quattro postazioni tedesche della Flak con cannoni da 88 mm. La sede di comando dell'artiglieria contraerea era locata in una vicina casa nobiliare. I cannoni contrastavano l'azione dei bombardieri alleati che seguivano quella rotta per il raggiungimento degli obbiettivi della città di Genova e delle città della pianura Padana. Nel 1944 a difesa delle batterie di cannoni erano presenti truppe della 20^ Luftwaffe Sturm Division. (Nel 1944 le Feld Division Luftwaffen subirono una trasformazione divenendo Luftwaffen Sturm Division (Divisioni di assalto della Luftwaffe) e furono aggregate alle divisioni operative dell'Heer). Nel luglio 1944, con l'arresto del fronte sulla linea dell'Arno, la 20^ Luft. St. Div. incorporò aliquote di reparti provenienti dallo scacchiere Africano della disfatta 19^ Luf. Feld Division e fu aggregata in supporto alla 16^ SS Panzergrenadier Division "Reichsfuhrer" operativa lungo il litorale Pisano-Livornese. Le truppe dei reparti integrati furono acquartierate nel territorio della nostra ricerca, nell' accampamento delle truppe della 20^ Luf. St. Div. aumentando l'organico delle truppe a difesa dei cannoni da 88 mm. Sul territorio non vi furono mai scontri diretti fra le fanterie nemiche e quelle germaniche dovettero solo difendersi dagli insidiosi attacchi aerei della caccia nemica che erano attirati dalle postazioni dei cannoni e dai convogli che transitavano lungo la linea ferroviaria e la parallela via Aurelia. Quindi il grande volume di fuoco espletato dall'enorme quantità di bossoli ritrovati nella buca è da attribuirsi inequivocabilmente a mitragliatrice di postazione antiaerea. In particolare dai reperti recuperati si può asserire che si trattava di vetusta mitragliatrice MG modello 1915 espressamente creata per la difesa antiaerea.
A fine estate 1944, al momento della ritirata generale verso le difese della Linea Gotica, l'abbandonata postazione fu utilizzata come buca pattumiera ricettacolo di svariata oggestistica inutile o non funzionante, che a fatto del nostro scavo un'esaltante avventura con successivo, non meno esaltante, lavoro di catalogazione degli oggetti recuperati e di approfondimento storico del contesto del ritrovamento.

LO SCAVO.

A seguito di un nitido segnale pervenuto ai metal di un tubetto di formaggio tedesco marca Tilsiter e di un razzo sparato di segnalazione in alluminio, l'incontro con del bruciato ci ha convinto a proseguire lo scavo. Decisione che stava per essere abbandonata poiché fino alla profondità di circa un metro ripassando i metal questi continuavano a tacere. Solo il bruciato ci ha fatto insistere e finalmente alla profondità di un metro e mezzo i metal hanno cominciato ad urlare. Proseguendo lo scavo scatolame alimentare, oggettistica di attrezzatura, bossoli in quantità industriale, vetro, ceramica, effetti personali ci hanno accompagnati fino quasi alla profondità di due metri. Data la profondità della buca lo scavo è stato eseguito in due diverse successive uscite. Di grande utilità è stata la disponibilità dell'amico Luca che si è prodigato non poco nell'impegnativo lavoro che alla fine ci ha regalato un buon numero di oggetti riesumati. Indispensabile e doveroso il ripristino ambientale finale .



























L'INSIEME DEGLI OGGETTI RITROVATI.



GLI OGGETTI NEI PARTICOLARI, RIPULITI E RESTAURATI.

GLI EFFETTI PERSONALI.

Purtroppo come ben sappiamo nelle buche tedesche difficilmente si trovano piastrine di riconoscimento dei soldati percui non riusciamo quasi mai a dare un nome a coloro che le hanno realizzate. Eccezionalmente questa volta, con molta fortuna e pur non recuperando alcun piastrino, almeno di un soldato esecutore ci è pervenuto il cognome. Il cognome è BUTTGEN scritto di pugno dal soldato, con un pennellino e due tipi di vernice bianca e nera, su entrambi i lati di una targhetta di ottone realizzata anch'essa artigianalmente e dipinta con vernice blu cielo, vernice questa caratteristica delle pitturazioni ventrali dei caccia Messerschmitt Bf 109. Siamo ben consci che dalla mole dell'oggettistica ritrovata, la buca non può essere attribuita solo a Buttgen, ma nella nostra memoria detectoristica sarà ricordata come tale e nel nostro immaginario gli oggetti personali recuperati attribuiti ad esso.

La targhetta del soldato Buttgen.



L'altro lato della targhetta di Buttgen ed il particolare accendino in bachelite "Bullet Shape".









Accessori della divisa.

Bottoni e ganci di sospensione di bretelle e cinturone.



Bottone e gancio da giacca di chiara provenienza coloniale (19^ Luft Div.)



Il raro gancio in plastica delle bretelle dei pantaloni.



Forse il presagio di brutti periodi di combattimento, con minor tempo da dedicare alla cura della divisa è stato la causa dell'abbandono della grande quantità di scatoline di cartone contenenti grasso per scarponi. Grazie all'azione del fuoco che se da una parte ne ha distrutte parecchie, ha permesso però ad alcune di rimanere integre e mantenere ben conservata l'originale etichettatura.





Accessori dell'igiene.

Set da barba.



Tubetti di dentifricio di produzione tedesca.



Tubetti di dentifricio di produzione italiana.



Tubetto tedesco di pomata per la salute del piede FussHilSalbe (pomata al 2% di Acido Salicilico).



Pettini di due diverse fabbriche tedesche.







Scatolette di unguento e crema per la pelle.



Quella di produzione polacca Lotnik della immortale crema NIVEA.



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Accessori del vizio.

I fragili pacchetti di sigarette, estremamente rari a recuperasi di scavo.







I pacchetti potevano contenere10 o 20 sigarette.



Il vizio del fumo doveva essere alquanto radicato e per contenere le cicche necessitava un posacenere molto capiente tipo un piatto di alluminio del kit mensa per ufficiali. A giudicare dagli invasi poggia sigarette dovevano essere perlomeno quattro i "viziati" fruitori. Buon lavoro di trenc art rifinito con vernice, bordo bianco e fondo "ovviamente" blu cielo.





Accessori di attrezzatura personale.

Coltellino bilama da tasca di produzione civile con guancette in osso.



Torcia tascabile marca PERTRIX, tipologia di non facile reperimento di scavo.







Pile piatte da 4,5 Volt marca ZEILER per torcia tascabile regolamentare Wermacht.





Sveglia tedesca di origine civile marca Junghans. Il suo servizio militare è cessato alle ore 12 ( o 24) 40 minuti e 55 secondi del giorno delle operazioni di sgombero per la ritirata verso la linea Gotica a fine estate 1944.









Il caratteristico lavoro di trenc art eseguito su di una soglia di pregiato travertino per ricavare il porta penna di un piccolo scrittoio. Poggiati su di esso la boccettina d'inchiostro marca Pellican, la penna stilografica marca Giobert e ciò che resta di una pagina di una lettera personale di un soldato. Poche righe della testimonianza di un'intimità perduta e di un'epoca dove il tempo per l'intimità fu molto spesso negato.





GLI ACCESSORI DEL VETTOVAGLIAMENTO.

La ceramica.

L'austero regolamento militare sulle dotazioni individuali imponeva alla truppa che il cibo venisse servito e consumato nelle apposite gamelle (gavette) regolamentari. Per gli ufficiali erano previsti kit che comprendevano vettovagliamento in alluminio e posateria di forma e materiale più pregiato. Ma quando vi era la possibilità di un campo stabile e la presenza di civili abitazioni nei dintorni, l'ambizione goliardica degli ufficiali si spingeva ben oltre i sopracitati kit. Sicuramente proveniente da requisizioni presso famiglie benestanti del luogo, la ceramica di origine civile recuperata nella buca rappresenta una tangibile prova che anche nel nostro contesto gli ufficiali prediligevano sedersi a tavola e consumare il pasto in oggettistica più elitaria. Piatti fondi e stesi, tazze e sottopiattini per la colazione, bicchieri di vetro e cristallo, hanno fatto massa nella buca. Purtroppo l'atavica predisposizione dei soldati, soprattutto se tedeschi, a distruggere e rendere inservibile tutto ciò che veniva abbandonato, ha fatto di questi oggetti un ammasso di cocci e tritame. Pazientemente raccolti, ripuliti e restaurati riassemblando parti combacianti fra loro abbiamo potuto dare, anche se ad una minima parte di essi, la caratteristica giusta forma originale. Tutti gli oggetti recuperati recano i marchi delle fabbriche italiane costruttrici, più o meno pregiate e attive al periodo. Di pregevole interesse un piatto marchiato 1941 con un delicato disegno tipo Limoge, un piattino in porcellana marchiato Bavaria e un calice da liquore in puro cristallo.

























GLI ACCESSORI DEL BUON GUSTO.

La terracotta.

Dopo il pasto o per l'occasione di visite non era disdegnato un cordiale di liquore preferibilmente di provenienza dalla madre Patria. Truppa e sottufficiali attingevano nei regolamentari gavettini, gli ufficiali facevano sfoggio di oggettistica più pregiata tipo un "cordialino" d'argento abbastanza datato. Il liquore (gin di mirtillo) di teutonica fabbricazione era conservato, al riparo da luce e sbalzi di temperatura, in particolari e caratteristiche bottiglie di terracotta che miracolosamente scampate alla prefusa distruzione, conservano ancora la loro particolare etichettatura. Se poi il cordiale era offerto in locale profumato da essenze di fiori riuniti in un vezzoso vasetto, la galanteria poteva assumere i toni di una raffinata ospitalità.













IL VETRO.

Nella buca, durante le fasi iniziali dello scavo, uno spesso strato di tappini di bottiglie di birra , marci e amalgamati in un groviglio di ruggine, faceva presagire un buon incontro con oggettistica di vetro. Effettivamente bottiglie e fiaschi di vino, bottiglie di birra e di altri prodotti compreso quelli dell'igiene erano presenti in grande quantità ma ridotte in cocci e tritume. Pochi gli oggetti, recuperati integri risparmiati dalla distruzione umana e dalle fiamme. Qualcuno carino ed interessante, qualcuno fragilissimo ed incredibilmente conservato come le due esili provette forse di medicinale.



A mensa si attingeva da una lavorata salierina di un'intramontabile modello ancora in uso oggi .



Si insaporiva i cibi con della piccante mostarda.



La boccettina contenente inchiostro marca Pellican ancora provvista della fragilissima etichetta di carta.



La cura della capigliatura era doverosa sia per la buona presenza che per l'igiene.

La brillantina.



Il prodotto antiparassitario di produzione tedesca a base di tricofilina.





Le due fragili provette di vetro di chissà quale prodotto o farmaco che essendo cristallizzato dal fuoco è di impossibile riconoscimento. Azzardando ipotesi si potrebbe pensare a prodotto di medicazione tipo tintura di Iodio in quanto nelle dotazioni tedesche ed italiane questo tipo di disinfettante era abbastanza comune.





LE DERRATE ALIMENTARI.

Al pasto provvedevano sicuramente le cucine mobili da campo adoperando alimenti che spesse volte venivano requisiti nelle case dei contadini del posto (vedi muche, maiali e animali da cortile) e quando non era possibile garantire alimentazione fresca si faceva uso delle regolamentari scatolette di derrate conservate. Carne e pesce in prevalenza sardine portoghesi, erano l'alimento base della truppa e dei sottufficiali, per gli ufficiali qualcosa di diverso veniva sempre racimolato. Gettate nella buca in notevole quantità, purtroppo a causa della loro fragilità, pochissime scatolette si sono conservate integre. Eccezionalmente ne sono state recuperate un paio in notevole stato di conservazione che ci hanno permesso di classificare con precisione il prodotto contenuto anche nelle altre. A qualcuno, a fine pasto, sicuramente della frutta fresca fece piacere. Notevole il recupero dei noccioli di pesca miracolosamente scampati all'azione del fuoco. (nei diari agricoli l'estate del 1944 viene catalogata come un'eccezionale annata di raccolta di frutta).



La carne.





Il pesce.





Ciò che è rimasto della frutta.



GLI OGGETTI DELL' ATTREZZATERA MILITARE E CIVILE.

Nel ceterone della buca condensati in uno spesso strato arso dalle fiamme, fra una miriade di chiodi e scarti di lavorazioni di legname e ferro, sono stati recuperati anche oggetti sia di attrezzatura prettamente militare che di origine civile. Parte integri, parte devastati dall' ossidazione, altri che con un pò di pazienza siamo riusciti a far rivivere. Gli oggetti, soprattutto quelli di origine civile, sono stati oggetto di attento di studio in modo da dare loro una giusta collocazione nell'ambito dell'uso militare del campo. Interessanti quelli eletrici che testimoniano la stabile presenza di un'accampamento pienamente efficente e dotato di confort che per un periodo di guerra, nell'ambito di un complesso militare, assumono il tono di comodità elitarie. .

L'attrezzatura militare.

Protezioni individuali da gas.

Nell'immagine collettiva il soldato tedesco è ricordato sia per il classico elmetto che per il Tragebusche, il tubo contenitore della maschera antigas. Di corredo alla maschera vi erano anche degli oggettini che servivano a renderla efficiente e a tenerla pulita. Molto spesso, a causa di difetti o rotture, il soldato tedesco si disfaceva dei Tragebusche occultandoli in buche pattumiere. Stranamente nella nostra buca non ne è stato trovato alcuno, mentre sono stati recuperati gli altri oggetti, non meno interessanti del corredo. Disinfettante Losantina in polvere e liquida, coprilenti di plastica degli occhiali della maschera, anelli elastici ed infine anche ciò che resta di un delicato straccetto di pulizia hanno, ampiamente ripagato lo sforzo dello scavo.

La Losantina.



I marchi e l'anno di fabbricazione.





I coprilenti di plastica.



Il modello e gli anni di fabbrica riscontrati.







Lostraccetto di pulizia.





Gli anelli elastici di fermo dello straccetto.



Con parte di questi oggetti abbiamo potuto completare in maniera esaustiva la nostra maschera antigas modello 1938 ed il suo Tragebusche recuperati anch'essi di scavo un pò di tempo fa..




Barrette di una possibile attrezzatura militare a noi sconosciuta.



Le barrette hanno i fori perfettamente uguali nel diametro e tutti ugualmente distanziati fra loro.
Recuperate in numero di otto, sette hanno un riscontro laterale e sono di misura maggiore rispetto all'unica che ne è sprovvista. Molto probabilmente visto il numero degli scarti, queste barrette dovevano essere soggette ad usura e sostituite spesso. Se in merito, qualcuno ha un parere o una precisa classificazione questo sarebbe di esaustivo aiuto.

Contenitori porta caricatori.

Dalla buca sono stati recuperati anche due contenitori in alluminio di particolare fattura. Molto compromessi dall'ossidazione anche se di non possibile resaturo sono stati ugualmente ripuliti per una verifica visiva della loro classificazione. La misura del diametro degli invasi interni, combacia con quella esterna dei Trommel per le mitragliatrici MG.
Accoppiando le due parti con inseriti internamente i due Trommel recuperati di scavo, sembrerebbe proprio una cassettina di trasporto per detti caricatori. Purtroppo però sia con la documentazione cartacea che sul web di similare modello non ne abbiamo rintracciati percui il tutto potrebbe essere solo un'ipotesi.






L'attrezzatura civile.

Nel 1943 anche se la guerra in Italia era ancora lontana, il disastroso evolversi della negativa situazione Italo-Tedesca in Africa settentrionale convinse gli alti comandi germanici a rinforzare il contingente di truppe presenti sul suolo Italiano. Nella maggio del 1943 la 20 Luftwaffe Sturm Division fu trasferita in Italia e aggregata all'HEER in qualità di difesa territoriale. Come già specificato reparti di questa divisione furono posizionati nel nostro territorio di ricerca a difesa delle batterie antiaeree già presenti. La mancanza di scontri diretti (gli anglo americani sbarcarono nel luglio 1943 in Sicilia e solo nell'estate del 1944 furono presenti in zona) e la quasi assenza di incursioni aeree, nonchè la presenza di servizi civili (acqua ed energia elettrica) dell'abitazione colonica posta nelle vicinanze dell'accampamento, permisero a quest'ultimo di essere attrezzato come un vero e proprio campo di retrovia. L'acqua attinta da un ex pozzo presente in zona era sicuramente garantita con l'approvvigionamento di autocisterne, l'energia elettrica invece da stabili linee aeree installate su pali. A conferma di quanto sopra esposto, nel contesto del nostro scavo abbiamo incontrato un'altra buca pattumiera contenente diversi bicchieri isolatori di linea elettrica che furono occultati a fine estate 1944 dopo lo smantellamento della stessa, in conseguenza della smobilitazione del campo per la ritirata verso le difese della Linea Gotica.



Lampade e porta lampade.

Con la possibilità di usufruire di stabilità energetica, il servizio logistico, nei suoi punti nevralgici ottenne delle indiscusse comodità operative. Magazzini di stoccaggio, depositi alimentari, servizi igenici ecc furono dotati di punti luce garantita attraverso regolari porta-lampade e lampadine da abitazione. Il recupero dalla buca di tale attrezzatura può essere preso a garanzia di quanto sopra descritto. Di interesse l'eccezionale conservazione di alcune fragili lampadine rimaste miracolosamente integre nel marasma del tritume della buca.







Il ferro da stiro elettrico.

La linea elettrica fu sinonimo anche di comodità con la possibilità di usufruire di biancheria intima e di divise regolarmente lavate e stirate che rendevano il soldato pulito e decoroso. Nella buca è stato riesumato ciò che resta di un vecchio ferro da stiro elettrico marca ELECTROLAR che potrebbe essere stato adoperato da un'attendente per gli effetti personali degli ufficiali o da un furiere per quelli collettiviti di truppa. Il suo prolungato uso ci è confermato dal basamento sul quale era poggiato durante la stiratura. Realizzato con lo scarto della soglia in travertino, dalla quale era stato ricavato il portapenna antecedentemente descritto, il basamento reca ben visibile l'alone biancastro dovuto al prolungato riscaldamento della piastra del ferro.









La bilancia.

Nel 1943, dopo tre anni di guerra, l'implacabile il crogiolo bellico distruggeva sempre più uomini e cose. Nella vita civile la carestia divenne imperante e gli alimenti dovettero essere razionati con la tessera. Anche l'ambiente militare non fu immune da tale flagello ed il soldato, soprattutto in combattimento, si trovò spesse volte a stringere la cinghia e a soffrire la fame. Negli accampamenti attrezzati il fenomeno era meno evidente ma la precaria situazione degli approvvigionamenti imponeva ai furieri e agli addetti alle cucine una maggiore attenzione sulla quantità di cibo da somministrare.
Le regolamentari razioni in scatoletta contenevano la giusta dose di razione per il singolo, ma quando queste sarseggiavano e bisognava fare ricorso ad alimenti di requisizione o di acquisizione civile era indispensabile la pesatura per stabilirne la giusta quantità, procapite o collettiva, da elargire. La bilancia di modello vetusto, di origine civile e costruita in ghisa, recuperata nella buca potrebbe essere servita a tale scopo. La sua possibilità di rilevare pesature fino a 10 Kg permetteva di razionare il cibo sia singolarmente che a livello di unità di plotoni. (esempio; 100 gr di pane per soldato con 10 Kg si provvedeva al bisogno di 100 uomini, praticamente due plotoni). La bilancia purtroppo sprovvista dei regolamentari piatti in ottone, fatta oggetto di pulitura, restauro e ricostruzuione delle parti mancanti, è adesso perfettamente funzionante e di precisione assoluta anche con piccoli oggetti di 30 gr di peso (vedi cacciavite in foto).
Il restauro finale della bilancia verrà effettuato a fine trasudo, con prodotto conservativo specifico per ghisa e materiali ferrosi. (brunitore a freddo, ovatrol, paraloid ecc)











GLI ACCESSORI DELL'ARMAMENTO E LE ARMI.

Accessori dell'armamento.

A meno 1,70 mt di scavo la buca finalmente ha cominciato a restituire le classiche certezze militari del suo primario scopo di postazione di difesa. Sempre fra bruciato e voluta distruzione, parti ancora integre di accessori di armamento singolo o collettivo, ci hanno permesso di risalire ad armi e dotazioni usate nel contesto dell'accampamento. Caricatori per arma automatica, componenti dei kit di pulizia, accessori di riattivazione di componenti inceppati, lubrificanti sono ciò che abbiamo potuto salvare e riportare, con paziente lavoro di restauro, ad accettabili condizioni di presentazione. Anche se in numero limitato gli oggetti sopra elencati sono stati sufficienti per classificare l'arma automatica e lo scopo della postazione in buca. Tutti indubbiamente interessanti ma due in particolare sono stati determinanti per stabilirne il tipo, il modello e l'anno di adozione dell'arma: la bacchetta nettatoria e l'estrattore per i bossoli inceppati.

La bacchetta di pulizia.



Come già accennato prima questo oggetto che durante il contesto dello scavo era passato nell'indifferenza perchè creduto un semplice distanziale in ferro, una volta ripulito e classificato a casa si è dimostrato di vitale importamza per stabilire il modello dell'arma che lo aveva in dotazione. Trattasi di bacchetta in ferro ed ottone del kit di pulizia della vetusta mitragliatrice MG15 creata in esclusiva per la difesa antiaerea. Il kit completo per tale arma prevedeva due canne di ricambio, la bacchetta di pulizia con sgovolo (di cui sopra) ed un' altra bacchetta per la pulizia della camera di cartuccia, il tutto alloggiato in un contenitore metallico tubolare provvisto di due aperture e spalleggiabile.

Foto d'epoca di mitragliatrice MG15 e serventi luftwaffe in una postazione in buca.







Il kit completo estrapolato dal web.



L'Attrezzo per l'estrazione dei bossoli inceppati.

Anche questo particolare attrezzo, a causa della grande ossidazione, non è stato immediatamente riconosciuto. Accantonato fra gli altri oggetti solo a casa dopo la disossidazione da martellatura ci siamo accorti della sua importanza per la classificazione dell'arma della buca.



L'attezzo faceva parte specifica della dotazione di manutenzione delle mitragliatrici MG13 ed MG15. Il suo scopo era quello di estrarre dalla camera di cartuccia quei bossoli difettosi che andavano incontro a deformazioni e si rompevano durante l'estrazione dell'otturatore. Il kit di manutenzione era tenuto riposto in una borsetta di cuoio e comprendeva oltre l'attrezzo sopra citato anche due percussori di ricambio, chiavi di smontaggio ed altri due attrezzi non ben conosciuti. Durante lo scavo è stato recuperato anche ciò che resta dello straccio di pulizia esterna della mitragliatrice ricavato da una fine canottiera di lana. La sua eccezionale conservazione è dovuta al grasso di cui è impregnato che l'ha preservato da acqua ed umidità.

L'attrezzo disossidato e lo straccio.





Foto estrapolare dal web dell'attrezzo e del il kit completo.





I caricatori Trommel.



Specifici per il modello di mitragliatrice MG15 questo tipo di caricatori poteva essere adoperato anche sulla più moderna MG34 e questa caratteristica è stata l'artefice della loro ininterrotta lungimiranza durante le due guerre mondiali. I caricatori avevano una capacità di 75 colpi (Spitzpatrone 8x57Js) e venivano caricati con uno speciale carichino manuale che provvedeva a distribuire le cartucce in eguale quantità nei due contenitori e a caricare le molle interne per la distribuzione delle munizioni all'arma. Recuperati nella buca in numero di due, entrambi compromessi ed invasi da profusa ossidazione, per uno è stato possibile effettuarne il ripristino attraverso una complicato lavoro di restauro, l'altro troppo compromesso verrà consolidato nelle condizioni in cui versa per la visione interna del suo meccanismo.

Il Trommel restaurato.

















Il Trommel da consolidare.



Le due iniziali false cartucce in acciaio.
Le false cartucce erano distribuite in numero di 4 in entrambi i contenitori del Trommel, l'iniziale e la finale (attaccata al braccetto snodato di caricamento) erano in acciaio mentre le due intermedie in alluminio per alleggerire il peso. Collegate fra loro con delle maglie a catenella, le false cartucce si rendevano necessarie per non far scaricare del tutto la molla di caricamento delle munizioni.



La falsa cartuccia finale collegata al braccetto snodato di caricamento.



La forcellina di snodo del braccetto ed il tamburo contenente la molla di caricamento.



La molla all'interno del tamburo e la guida circolare in cui scorrevano le palle delle cartucce. La guida serviva per tenere in sede e in progressione le munizioni caricate.



Foto estrapolata dal web del supporto in legno e del carichino del Trommel.



La tanichetta di liquido lubrificante.



Durante lo scavo assieme alla sopradescritta attrezzatura è stata recuperata una piccola tanica di lamiera da 5 lt contenete del puzzolente liquido nero. Non riconoscendo ne il tipo ne il suo specifico utizzo è stata accantonata fino alla pulizia finale. Sulla tanichetta non è presente nussuna dicitura riguardo il contenuto mentre è ben visibile stampigliata la capienza ed il logo della possibile fabbrica costruttrice. Pur ricercando in rete e nella nostra documentazione cartacea non siamo riusciti classificarla fino a che attraverso una rara e forse unica fotografia d'epoca il mistero è stato positivamente risolto. La foto è stata scattata (forse) durante la campagna di Russia del 1941- 43 ed immortala alcuni soldati SS mitraglieri dediti alla pulizia delle loro MG42. Sulla tanichetta in primo piano, del tutto uguale a quella da noi recuperata, è riportato scritto con la tipica vernice bianca delle diciture tedesche, il liquido contenuto (petrolio) e la specifica d'uso per la nettatura esterna ed interna delle MG.







La chiavetta di smontaggio dell'otturatore del fucile Mauser K98.

Oggetto non molto comune da reperire neppure sul mercato, stranamente la chiavetta non era comprensiva della scatolina del set di pulizia del fucile K98. Vista per caso durante lo scavo il suo recupero, alquanto di rarità con il metal, è da ritenersi di buon interesse ai fini di una collezione militare di scavo. La sua presenza in buca potrebbe attribuirsi ad un non consono utilizzo della stessa adattandola nello smontaggio di qualche particolare della mitragliatrice MG15 oppure più verosibilmente, siccome non di rado contro gli aerei da caccia erano usati anche le normali ordinanze lunghe (fucili da fanteria), il suo recupero potrebbe essere attribuito alla perdita casuale da parte di un soldato che la teneva nelle tascne, per ovviare a possibili disturbi dell'otturatore del suo fucile.



La Ubungshandgranate 24 (granata da esercitazione mod. 24).

Recuperata in un'ammasso di ruggine e sabbia al momento dello scavo, ingannati dai buchi presenti fu classificata come valvola di aspirazione di liquame. Solo dopo la ripulitura e la martellatura e tramite l'appropriata ricerca è stata riconosciuta come granata da esercitazione modello 1924.
Cosa ci facesse una granata da esercitazione in un contesto di zona di operazioni è difficila da spiegare, ma per cosa essa sia servita fino al momento dell'occultamento nella buca è cosa che con un pò di arguzia siamo riusciti a chiarire. Già al momento dello scavo la granata scuotendola tintinnava come un campanello ma solo a casa attraverso i buchi siamo riusciti a vedere che conteneva libera all'interno la palina forata di ceramica del tiraggio di attivazione del detonatore.
Chiaramente non essendo in posizione consona la pallina era stata inserita volutamente da un soldato che amante della musica aveva estrosamente trasformato la granata in uno strumento musicale. Il manico in legno ben si prestava a renderla simile ad una Maracas, il tipico strumento brasiliano del Samba. In una precedente uscita, poco distante dal luogo del recupero della granta, in una buca pattumiera di un singolo soldato fu rintracciato ciò che restava di una armonica a bocca ed ancora prima, un pò di tempo fà, sempre in zona un piccolo flauto ancora funzionante. Che i tre utilizzatori formassero un terzetto di allegra compagnia?











L'ARMAMENTO.

Con molta sorpresa, quasi a fine scavo, scampate miracolosamente all'azione distruttiva del fuoco, una di seguito all'altra sono state recuperate tre pistole tipo revolver con tamburo a cinque colpi di grosso calibro. Armi del tutto anacronistiche per il periodo del contesto, hanno fatto del ritrovamento uno sprone per un'accurata interessante ricerca sulla loro classificazione e sul perchè del loro longevo utilizzo.



Trattasi di revolver di frabbricazione austriaca modello Gasser 1870/74 Montenegrino in calibro 11,3x36mm R Short. Questo tipo di pistole furono costruite dalla Gasser su richiesta del re Nicola I del Montenegro che nel 1870 emanò una legge in cui ordinava a tutti gli uomini di munirsi di pistola sia per la difesa personale che del regno. Derivate dal modello standard Gasser 1870 differivano da quest'ultimo per il castello chiuso sopra il tamburo e per la bacchetta di epulsione dei bossoli che è solidale all'asse del tamburo con possibilità di rotazione tramite un braccio articolato sul castello stesso. Le tre pistole recuperate diferiscono fra loro per alcuni particolari che potrebbero farle appartenere a due variazioni di modello, pesante o alleggerito, realizzate in diversi anni di produzione dal 1870 al 1874. Nel modello più pesante la canna è più spessa, la bachettina di espulsione dei bossoli ha il pomello di disegno più grossolano e stondato, il modello nel complesso è di costituzione tozza con la sede di rotazione del cane stondata a mezza luna e il ponticello del grilletto più massiccio. Le guancette in legno hanno la parte iniziale dell'incastro all'impugnatura rotondeggiante. Si potrebbe ipotizzare che tale variante sia prioprio riferita alle prime produzioni mentre la produzioni successive, alleggerite, hanno caratteristiche un pò diverse dal disegno iniziale. La canna è stata alleggerita ha vantaggio della maggiore lunghezza (circa 0,5 cm), la sede della rotazione del cane snellita ed allungata, la bacchetta di espulsione dei bossoli molto più fine e con testa piatta, il ponticello del grilletto alleggerito e sagomato al grilletto stesso, la tacca di mira sul castello più ampia in modo da garantire una più sicura mira ad uomo e l'innesto delle guancette all'impugnatura di disegno quadrato. Nelle tre pistole la leva elastica di sicura presente sul fianco destro svolgeva anche la funzione di fermo dello scatto arretrato del cane che permetteva la rotazione manuale del tamburo per lo scaricamento dei bossoli. I bossoli erano scaricati attraverso lo sportellino, apribile verso il basso, posto empre sul fianco destro del castello copri tamburo. Recuperate dalla buca in condizioni di profusa ossidazione le pistole sono state fatte oggetto di martellatura e spazzolatura al trapano. Per il buon risultato ottenuto, anche se le pistole continuano ad essere inutilizzabili perchè con i l meccanismo di sparo bloccato, necessitano per la loro detenzione di un certificato balistico di disattivazione che verrà richiesto quanto prima presso la ditta TRAXARM di Lastra a Signa (FI).
Per la presenza nella buca di questo vetusto modello di arma si potrebbe ipotizzare l'acquisizione di preda bellica da detenzioni private, ma più verosibilmente si potrebbe atribuirne il possesso a soldati di etnia austiaca, arruolati nelle file dell'esercito tedesco e già possessori di queste belle, mastodontiche ed affidabili pistole.







Le differenze fra il modello pesante e quello alleggerito.

Le canne e le bachette di epulsione dei bossoli.



Le sedi di rotazione dei cani e l'innesto delle guancette all'impugnatura.





I ponticelli del grilletto.





Le tacche di mira.





Particolare comune alle tre pistole della leva elastica della sicura del cane.



Particolare comune alle tre pistole della chiusura e dell'apertura verso il basso dello sportellino per l'espulsione dei bossoli.





Foto della cartuccia 11,3x36mm R. Short Montenegrin estrapolate dal web.





IL MUNIZIONAMENTO.

Uno spesso strato di bossoli di circa 20 cm faceva letteralmente da pavimento alla buca. Ammassati in quantità industriale, emalgamati dal calore in un misto di sabbia, ruggine di ferro e ossido di ottone ne sono stati recuperati più di tremila. Alcuni in ferro non più recuperabili, i più in ottone in buonissime condizioni.
Parte della enorme quantità dei bossoli recuperati integri.



Duemilacinquecento di essi sono di origine tedesca di calibro 8x57Js, trecento di fabbricazione francese calibro 8x50 Lebel il resto di fabbricazione russa calibro 7,62x54 Mosin Nagant. Pochissimi altri in calibro 9mm parabellum di produzione tedesca per pistola e pistole mitragliatrici P38 e P 40.









In massima parte i bossoli tedeschi sono stati sparati da mitragliatrice e presentano il classico ammaccamento del colletto dovuto alla grande cadenza di tiro dell'arma, alcuni con il colletto integro sono stati sicuramente sparati dai fucili di regolamentare ordinanza Mauser K98. La colorazione ancora presente sul fondello di molti di essi indica la tipologia delle cartucce: verde cartucce ordinarie, rosso cartucce traccianti. (Nel mucchio sono sicuramente presenti anche bossoli di cartucce esplosive ed incendiare ma essendo queste colorate sull'ogiva e non sul bossolo, sono di laboriosa classificazione. Solo ripulendo tutti i bossoli e visionandone i marchi di fabbrica, gli anni di costruzione ed i lotti di produzione si potrebbe, con peregrina pazienza, classificare anche questi).







Fra la moltitudine dei bossoli esaminati uno è risultato particolare. Realizzato con estro rappresenta un connubio Franco-Tedesco creato da un soldato assemblando due bossoli ed unendoli per il colletto. I bossoli sono un lebel francese 8x50mm del 1918 e un 9mm parabellum tedesco del 1941 che gli fa da tappo. Purtroppo dopo accurata pulizia e successiva separazione all'interno dei bossoli assemblati non vi era niente. Forse nell'intenzione del soldato la realizzazione doveva servire a contenere qualcosa di personale ma purtroppo per noi è rimasta solo una sua pia intenzione. Il ritrovamento resta comunque un'interessante testimonianza di un'artistico estro passato.









Le lastrine di caricamento per fucile Mauser K 98.



Le poche lastrine di caricamento recuperate nella buca sono comunque sufficienti per confermare l'uso, anche se limitato, dei fucili d' ordinaza K 98 come ulteriore difesa antiaerea. In buono stato di conservazione ripulendole recano i marchi delle fabbriche costruttrici.

P = Polte Armaturen-u. Maschinefabrik A.G. Werke Magdeburg, Sachsen.



P 28-36 = DeutscheWaffen-u. Munitionsfabriken A.G. Werk Karlusruhe, Durlach.



I razzi di segnalazione per pistola lanciarazzi Kampfpistole tedesca.



Limitatissimi nel numero, recuperati insieme alla massa degli altri bossoli i razzi appartengono a tre diverse tipologie di segnalazione. Il materiale classico di costruzione è l'alluminio, più ramente l'ottone. Oltre alle diciture impresse ad inchiostro sul bossolo e alla colorazione indicante la categoria di segnalazione sono presenti sul fondello i loghi o i marchi delle fabbriche costruttrici. Alcuni bossoli hanno il bordo del fondello dentellato in modo di essere riconosciuti, anche al tatto, durante la notte o in casi di precarie condizione di luce. Quelli in ottone recano la data di costruzione 1938 di pre inizio secondo conflitto mondiale.









Qui finisce la buca ed il racconto e comincia il ricordo di una appassionante avventura che ci ha riportato indietro nel tempo nell'intento di dare la giusta classificazione alle certezze ritrovate. La contentenza imperante che l'adrenalina dello scavo ci ha provocato lascia adesso il posto all' intimo pensiero che gli oggetti della gioia di oggi sono stati partecipi della tragedia di ieri in cui umane realtà hanno dovuto lottare e ledere per non essere a loro volta offese. Quell'ammasso di ottone in fondo alla buca, calpestato deformato e ossidato è e resterà sempre nel nostro pensiero come la tragica realtà di un gesto fatto di paura e di apprenzione, concepito come reazione dettata dalla voglia di difendersi per sopravvivere. Un pensiero questo che al di là della nostra reale contentezza incute rispetto, rispetto per tutti quelli che hanno dovuto subire e convivere con la disperazione e l'odio inculcato loro da menti malate di pazzi criminali. Tutti gli oggetti recuperati, dal più importante a quello di più umile uso, occuperanno il loro giusto spazio nella nostra anche se piccola colezione di miltaria di scavo.

Sperando di non essere stato troppo tedioso e aver suscitato interesse........ un cordiale saluto a tutto il forum.

Luciano&Enrico.
 
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view post Posted on 25/4/2016, 14:14     +1   -1
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deus e non solo

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Grandi Luciano ed Enrico siete dei grandi complimenti per il ricupero ma soprattutto per il RESTAURO e la STORIA un grande abbraccio
 
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lokvar
view post Posted on 25/4/2016, 14:40     +1   -1




Complimentoni!!!
Un esempio come si fa una bellissima discusione!!
 
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view post Posted on 25/4/2016, 15:31     +1   -1
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sempre affascinato dai vostri metodi di ricerca, ritrovamenti e restauri completi di ricostruzione storica :)
 
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view post Posted on 25/4/2016, 15:40     +1   -1
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...marciavamo con l'anima in spalla...

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Grazie ragazzi siete un esempio di passione e dedizione. Grandi!!
 
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view post Posted on 25/4/2016, 16:15     +1   -1
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complimentoni a voi Luciano per questi splendidi recuperi e per questa bella discussione!! clapping
 
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kleiner pal
view post Posted on 25/4/2016, 16:22     +1   -1




TRE Gasser... non ha senso, era obsoleta già nella grande guerra...
 
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view post Posted on 25/4/2016, 16:39     +1   -1
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Deus 2

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Eccezionali come sempre, lo scavo, il restauro, lo studio e la presentazione.

Grandissimi!!!!!
 
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view post Posted on 25/4/2016, 17:12     +1   -1
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Duca Bianco

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Che dire... È stato come aprire un libro di storia.
Complimenti come sempre!!!
 
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view post Posted on 25/4/2016, 18:01     +1   -1
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Oggetti stupendi, storia favolosa, racconto della storia degli oggetti ancora piu' spettacolare.. complimenti ragazzi
 
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*mønty*
view post Posted on 25/4/2016, 18:24     +1   -1




Spettacolo ecco perché abbiamo preso il md profondità.
 
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view post Posted on 25/4/2016, 18:55     +1   -1
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Siete dei grandissimi, storia, foto e restauro. :wub:
 
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view post Posted on 25/4/2016, 19:08     +1   -1
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Minelab Equinox 800, Teknetics T2, TGSL con VDI autocostruito. Posseduti: Teknetics Eurotek Pro 8", Surfmaster Pro Autocostruito

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Tutto incredibile! Esposizione ai massimi livelli! Ci sarebbe da scrivere un libro coi vostri ritrovamenti!
 
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view post Posted on 25/4/2016, 19:09     +1   -1
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cavento1917
view post Posted on 25/4/2016, 20:30     +1   -1




non è il mio campo però devo farvi i miei più grandi complimenti!
Caspita questi sono post fantastici: sapete mixare storia, ricerca e restauro in maniera eccelsa.

Grazie mille, ho letto tutto con grande curiosità e ammirazione

Marco
 
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