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| Il "di" era seguito dal nome del padre del soggetto, onde evitare omonimie, il nome del padre era poi seguito dal luogo e data di nascita e talvolta da nome e cognome della madre. Il "fu" si usava quando il pare era defunto al momento della redazione del documento. Questa metodica è stata in uso fino a poco tempo fa. es. Rossi Carlo, nato a, il, di Gianfranco (Rossi non lo riscrivevano, era ovvio) nato a .... il.... e di Bianchi Nina nata etc.... se orfano du padre Rossi Carlo, nato a, il, fu Gincarlo... nato a.... il.... deceduto..... e di Bianchi etc.... CITAZIONE (Manny-77 @ 26/11/2015, 20:34) Ho trovato questo su Wikipedia alla voce "nomen nescio": CITAZIONE Fino alla riforma del diritto di famiglia nel 1975, in Italia alcuni documenti fra cui la carta d'identità integravano le informazioni sulla persona con il nome del padre. La formula corrente era: COGNOME Nome di (Nome del padre), per es. ROSSI Mario di Antonio. Nel caso in cui il padre fosse deceduto, la formula era: COGNOME Nome fu (Nome del padre), per es. ROSSI Mario fu Antonio. Nel caso in cui il padre fosse ignoto o non avesse provveduto al riconoscimento legale della paternità, la formula corrente era: COGNOME Nome di N.N., per es. ROSSI Mario di N.N. La dicitura risultava infamante e discriminante, e venne abolita grazie alla volontà riformatrice in campo sociale della parlamentare socialista Lina Merlin. Esatto ma solo il n.n. fu abolito, il resto no...nei documenti ufficiali. è sparito solo con l'avvento del codice fiscale che in teoria evita le omonimie...
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