| Trovo quantomeno ingeneroso dire che l'autore del libro Saltus Marcius "non si basa su fonti ma solo su percorsi mentale molto fantasiosi". Il libro, attraverso l'analisi soprattutto del testo liviano (l'unico al momento a noi pervenuto), e attraverso oltre 400 note bibliografiche, con altrettanti testi in bibliografia (più di venti sono studi del prof. A.C. Ambrosi) si struttura in gran parte su ricostruzioni storiche che riguardano gli eventi bellici tra il 238 a.C. ed il 186 a.C. Relativamente alla vicenda del Saltus Marcius dedica ampio spazio alle diverse località a cui la tradizione popolare, nel corso dei secoli, avrebbe attribuito lo svolgimento della battaglia, compreso ad esempio il Colle Marzo del monte Caprione. L'ipotesi del Colle Marcio di Pontestazzemese viene giustificata attraverso una serie di ragionamenti che possono essere discutibili, ma non dovrebbero essere, credo, liquidati come "spazzatura". Il "saltus", nella terminologia latina classica, non indicava semplicemente un "bosco", per quello bastava e avanzava il termine "selva" (vedi il caso della "Selva Litana", dove nel 216 a.C. venne annientato un esercito consolare romano ad opera dei Gallli Boi). "Saltus" indicava nella fattispecie un passaggio aspro e disagevole, coperto da vegetazione. L'ipotesi finale, un po' romanzata e certamente meno storica, riguarda solo poche pagine delle oltre 250 del libro e, come dice il titolo stesso del paragrafo, è solamente una ipotesi. Quella, sì, potrebbe essere definita "fantasiosa e priva di fondamento storico", anche se, bisogna darne atto, "plausibile" e "compatibile con l'evento trattato. Il libro, nel suo insieme, avrebbe una coerenza anche senza quell'ultimo paragrafo conclusivo. Il libro non intende, in ultima analisi, dare una risposta definitiva alle numerose tradizioni popolari che vogliono il luogo della battaglia sito un po' ovunque nel territorio dell'antica popolazione apuana (anzi, questo aspetto viene ritenuto importante nel mantenere vivo il mito del "Saltus Marcius"), ma solo approfondire e ordinare una tematica che fino ad oggi era sempre stata liquidata in maniera semplicistica e senza un'applicazione metodologica scientifica all'uso delle fonti.
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