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Trattamento dei ferri da scavo

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adenolato
view post Posted on 8/3/2009, 10:17     +7   +1   -1




La prassi per i ferri da scavo (archeologici soprattutto), vorrebbe che il restauro partisse dai primi momenti in cui riesumi il maufatto, (per evitare di lasciare il pezzo umido a contatto con l'aria), direttamente sul posto, ci vorrebbe un'asciugatura non naturale, ma artificiale,ad esempio con lampade ad IR, o in alternativa, sigillare il tutto in delle buste impermiabili con dentro composti disidratanti (le palline di gel di silice che assorbono l'umidità ad esempio)...oppure se non si asciuga si può immeregere i pezzi in soluzioni riducenti come il solfito di sodio (riducente) al 63gr/l e idrato di sodio cioè soda caustica al 20gr/l (inibitore), che non blocca, ma rallenta la corrosione.
Considerando che questo primo restauro è pressochè poco praticabile (o perchè non se ne è a conoscienza o perchè troppo pigri noi metallari) e quindi si passa direttamente all'altro, a casa...

1) Il primo punto è sgrossare con pulitura meccanica con martelli bisturi minitrapani minipercussori, microsabbiatura, bisturi e vasche a ultrasuoni ecc..o con soluzioni chimiche, magari a base di acido fosforico, ma mai acido cloridrico perchè rilascia cloruri, principali responsabili della corrosione, e anche dopo molti lavaggi è difficile toglierli..
Per ammorbidire i prodotti di corrosione (cioè le scaglie e le bolle) si può dare olio di paraffina ecc...

2) Dopo la pulitura c'è il lavaggio che in generale va bene con acqua deionizzata per i metalli, ma per il ferro nello specifico no, almeno di non utilizzare acqua deareata (cioè distillata con l'aggiunta di un prodotto che toglie l'ossigeno disciolto), perchè il principio è togliere la fonde di ossigeno, ovvero l'ossidante...
Il lavaggio (anche molti e duraturi, ad alte temperature tipo 60-90° e volendo anche a spruzzo) serve a spurgare parte dei componenti della corrosione ma non tutti, soprattutto i cloruri...
Il lavaggio può essere abbinato a acqua d. e inibitori della corrosione

Altro lavaggio da eseguire è con soda caustica 0,5 Molare (cioè circa 20 gr/litro)

Per decapare (CIOè TOGLIERE I CORROSIVI DAL PEZZO e derugginire) si possono usare soluzioni di EDTA (chelante di vari metalli= cioè le cattura e le complessa poi con il lavaggio si spurgano, acido ortofosforico acido citrico ecc...1 parte di ammoniaca e 4 di acqua ossigenata al 30 %
Oppure usare l'elettrolisi in soluzione di sodacaustica al 2%, tensione 2 volt e ampere 10. Attenzione ai tempi e alla pratica elettrolitica, perchè essendo molto aggressiva se non controllata si può stravolgere l'identità del manufatto, e portarlo allo stato di pulitura a specchio, antiestetica e antistorica

3) Poi dovresti asciugare bene il pezzo (i professionisti usano le IR=infrarossi) senza però ventilarlo, oppure si possono mettere in forno...
La fase di asciugatura è inutile se non si sono eseguiti i lavaggi di spurgo e l'estrazioni dei corrosivi, perchè si toglie l'umidità ma non i corrosivi, che una volta tornati a contatto con l'umidità, riprenderanno il processo di ossidazione nelle nostre vetrine.
Quando il ferro spurga la ruggine umida è il sintomo di umidità e di corrosione in atto, quindi va subito intrapresa l'operazione di pulizia-lavaggio-spurgamento e non lasciare fare le goccioline perchè quando smetteranno di prodursi non vorrà dire che l'ossidazione si sarà fermata, ma solo che sarà rallentata perchè l'umidità del pezzo è diminuita e così anche i sali. Ma questo è solo un effetto macroscopico evidente, mentre nella realtà avviene che i sali corrosivi ci sono ancora e l'umidità pure, anzi il fatto di lasciare spurgare l'umido a contatto con l'aria e quindi l'ossigeno non fa altro che compromettere il pezzo ancora più rapidamente di quanto lo faccia il terreno (pezzi che dopo i trattamenti cominciano a risfaldarsi ).
E' per questo che il restauro andrebbe cominciato sul sito di scavo con gli accorgimenti suddetti (immediato essiccamento o immersione in soluzione riducente), quindi una volta rentrati a casa, procedere con i lavaggi con acqua deareata con inibitori e chelanti dei metalli corrosivi.

4) C'è poi la fase di stabilizzazione-inibizione (in parte già rientrante nei lavaggi e nella decapazione), che si basa nell'usare olii (vegetali, da armi sintetici ecc..), convertitori di ruggine (ferox=bianco simile a yogurt ma non va in profondità se non pochi 10imi di mm), fosfatanti (remox=acido fosforico), tannitanti (come il fertan, a base di acido tannico, polverizza la ruggine e lascia la brunitura nera, l'ho provato e non è male però non è il colore del pezzo d'origine, ma più scuro. Il fertan penetra molto in profondità fino agli strati più interni e con l'acqua si attiva e polverizza, il trattamento può richiedere anche mesi...)
Poi si possono dare gli inibitori della corrosione, questi essenzialmente formano dei composti stabili con i composti corrosivi, inattivandoli e bloccando il proseguire della corrosione...Si può usare il BTA (benzotriazolo) anche nei ferri ma soprattutto nelle leghe di rame, ma il suo utilizzo è tra i più pericolosi, infatti servirebbero delle cappe di aspirazione e in più dopo il trattamento il pezzo andrebbe lasciato sotto cappa per il tempo necessario a evaporare il BTA non legato (metodo quindi impraticabile se non a rischio della salute)

5* solo per pezzi molto compromessi) Poi si passa al consolidamento, se si hanno pezzi molto compromessi dalla corrosione, e li vanno usati polimeri come il paraloid (copolimero acrilico) in abbinamento anche a fibra di vetro per indurire la struttura...Tutto ciò va fatto quando il pezzo è totalmente desalinizzato, in quanto il processo di consolidamento è irreversibile, e se sotto ci lasci i corrosivi, questi ripartiranno e distruggeranno il pezzo...

L'ultima fase è quella della protezione superficiale, dall'umidità.
Qui si possono usare sostanze che proteggono totalmente dall'umidità oppure parzialmente.
Quindi si usa:
- Paraloid B48N e B72 su ferri stabilizzati;
- Cere microcristalline e paralloid B44 su ferri stabilizzati totalmente e parzialmente
- Paraffine sciolte, vernici nitrocellulosiche (molto usati per i manufatti di scavo).

Per ferri ancora non del tutto stabilizzati si usa cosmolloid 80H che è una cera microcristallina, da fondere a 120 gradi, e il pezzo preventivamente essiccato, ci va immerso totalmente e lasciato per un pò di tempo.
Oppure si può dare a pennello, è più semplice come pratica ma meno efficacie (con l'iimersione dai tempo di penetrare), però se saputa dare bene, riesce a penetrare e raggiungere pezzi sotto squadro..

Le cere microcristalline isolano totalmente il pezzo mentre le resine acriliche come alcuni paraloid non isolano totalmente e quindi sono permeabili parzialmenet all'umidità, per questo si danno le cere microcristalline a pezzi non totalmente stabilizzati, per l'impossibilità di avere estratto completamente i cloruri (per impedire all'acqua di entrare e riattivare la corrosione dovuta alla reazione con i sali ancora contenuti dentro il metallo)..
La resina acrilica (smalti e vari paraloid) si danno a pezzi stabilizzati cioè che non hanno più sali dannosi al loro interno e quindi non è necessaria una totale impermeabilità...Le resine si applicano facilmente mentre le cere microcristalline ci vuole più cura e capacità.

In definitiva, la cera microcristallina (magari mescolata con una percentuale di inibitore della corrosione) è di gran lunga la soluzione migliore per trattare i ferri da scavo, soprattutto per la possibile presenza di sali che non sono stati tolti nonostante i lavaggi e le stabilizzazioni (ferri parzialmente stabilizzati appunto), ma è ottima anche per i pezzi già stabili. Se conservati all'interno, i pezzi trattati con cere microcristallie durano molto (i trattamenti) anche se la loro resistenza ad urti ecc non è altissima, cioè si graffiano se vengono intaccate ad esempio, però questo lo fanno anche le resine nonostante siano più resistenti.

I trattamenti con le cere possono durare anche molti anni prima di rifarli
I trattamenti con olii vegetali o derivati dal petrolio vanno rinnovati una o due volte all'anno.

Non ci sono delle regole assolute, ma dei protocolli maturati dalle esperienze di restauratori ad alti livelli, da applicare sempre tenendo in considerazione il pezzo che ti trovi davanti, e soprattutto il suo stato di conservazione, e come verrà conservato nel futuro
Ciao
Paolo

Edited by adenolato - 8/3/2009, 14:02
 
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tuesen
view post Posted on 8/3/2009, 11:24     +1   -1




Bellissima spiegazione, decisamente da mettere in evidenza nella sezione.

Grazie!! ;)
 
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adenolato
view post Posted on 8/3/2009, 14:04     +1   -1




CITAZIONE (tuesen @ 8/3/2009, 11:24)
Bellissima spiegazione, decisamente da mettere in evidenza nella sezione.

Grazie!! ;)

Grazie sono contento del tuo apprezzamento, ho anche aggiornato la pagina!!! Se sei interessato a informazioni più dettagliate, non esitare a mandarmi un MP
Ciao
Paolo
 
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eralos
view post Posted on 8/3/2009, 16:49     +1   -1




salve a tutti,
ciao adenolato, in primis i miei complimenti per il post. cercare di far ordine, una volta per tutte, nelle teorie personali riguardanti il restauro e la conservazione dei metalli è una buona cosa.
tutto giusto, messo in termini semplici e molto comprensibile, ma in quanti lo seguiranno?

senza voler togliere valore alla tua esauriente spiegazione ,se mi permetti, vorrei aggiungere qualcosina:

CITAZIONE (adenolato @ 8/3/2009, 10:17)
La prassi per i ferri da scavo (archeologici soprattutto), vorrebbe che il restauro partisse dai primi momenti in cui riesumi il maufatto, (per evitare di lasciare il pezzo umido a contatto con l'aria), direttamente sul posto, ci vorrebbe un'asciugatura non naturale, ma artificiale,ad esempio con lampade ad IR, o in alternativa, sigillare il tutto in delle buste impermiabili con dentro composti disidratanti (le palline di gel di silice che assorbono l'umidità ad esempio)...oppure se non si asciuga si può immeregere i pezzi in soluzioni riducenti come il solfito di sodio (riducente) al 63gr/l e idrato di sodio cioè soda caustica al 20gr/l (inibitore), che non blocca, ma rallenta la corrosione.
Considerando che questo primo restauro è pressochè poco praticabile (o perchè non se ne è a conoscienza o perchè troppo pigri noi metallari) e quindi si passa direttamente all'altro, a casa...

è giusto, ma prima di passare all'azione forte dell'asportazione degli strati di ossido, precederei con un attento esame del "reperto. a volte sull'ossido si sono impressi particolari che non andrebbero tolti: frammenti di stoffe, di legno, di cuoio; questo potrebbe essere il caso di una lama che in origine era protetta da un fodero di natura organica. in questo caso converrebbe restaurare mantenendo in situ tali particolari, la sua storia ne verrebbe valorizzata.
solitamente, nell'ambito del gruppo archeologico di cui faccio parte, quando ritroviamo oggetti di natura metallica, il primo trattamento è solo l'immersione in acqua deionizzata allo scopo di asportare i sali ed i cloruri presenti ed evitare lo sfaldamento della massa ossidata, prima della decisione sulla tipologia dell'intervento di restauro.

CITAZIONE
2) Dopo la pulitura c'è il lavaggio che in generale va bene con acqua deionizzata per i metalli, ma per il ferro nello specifico no, almeno di non utilizzare acqua deareata (cioè distillata con l'aggiunta di un prodotto che toglie l'ossigeno disciolto), perchè il principio è togliere la fonde di ossigeno, ovvero l'ossidante...
Il lavaggio (anche molti e duraturi, ad alte temperature tipo 60-90° e volendo anche a spruzzo) serve a spurgare parte dei componenti della corrosione ma non tutti, soprattutto i cloruri...
Il lavaggio può essere abbinato a acqua d. e inibitori della corrosione

un sistema semplice per procurarsi dell'acqua disareata è quello di far bollire per pochi minuti dell'acqua deionizzata o distillata: la bollitura espelle dall'acqua tutti i gas in essa contenuta.

CITAZIONE
3) Poi dovresti asciugare bene il pezzo (i professionisti usano le IR=infrarossi) senza però ventilarlo, oppure si possono mettere in forno...
La fase di asciugatura è inutile se non si sono eseguiti i lavaggi di spurgo e l'estrazioni dei corrosivi, perchè si toglie l'umidità ma non i corrosivi, che una volta tornati a contatto con l'umidità, riprenderanno il processo di ossidazione nelle nostre vetrine.
Quando il ferro spurga la ruggine umida è il sintomo di umidità e di corrosione in atto, quindi va subito intrapresa l'operazione di pulizia-lavaggio-spurgamento e non lasciare fare le goccioline perchè quando smetteranno di prodursi non vorrà dire che l'ossidazione si sarà fermata, ma solo che sarà rallentata perchè l'umidità del pezzo è diminuita e così anche i sali. .....

sarebbe bene, prima di procedere all'asciugatura, uno o più bagni in alcool puro allo scopo di asportare chimicamente la maggior quantità di acqua possibile, o se possibile l'evaporazione sotto vuoto.
CITAZIONE
.......
I trattamenti con olii vegetali o derivati dal petrolio vanno rinnovati una o due volte all'anno.

gli olii vegetali, a mio parere personale, non sono da adoperare per il solo fatto che già loro stessi si alterano sotto l'azione dell'ossigeno, della luce e della temperatura originando composti che possono favorire l'ossidazione. benissimo per gli olii di natura minerale, nuovi e non usati.

CITAZIONE
Non ci sono delle regole assolute, ma dei protocolli maturati dalle esperienze di restauratori ad alti livelli, da applicare sempre tenendo in considerazione il pezzo che ti trovi davanti, e soprattutto il suo stato di conservazione, e come verrà conservato nel futuro

ecco perchè non è consigliabile fare da soli ma occorre seguire i consigli di chi conosce le tecniche giuste.
ora se il restauro è quello di un martello del 500 o una palla di cannone del 1700, si sa dove si arriva, ma se si tratta di una lama decorata di 1500 anni o un particolare di una cotta di maglia di 1000 anni fa le cose cambiano.

eralos

 
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agincourt
view post Posted on 8/3/2009, 18:08     +1   -1




Perfetto Adenolato! Complimenti! Una vera guida professionale...speriamo, per il bene dei reperti che molti la mettano in pratica, almeno in buona parte! ....siamo ancora agli oli e alle superstizioni varie...
 
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adenolato
view post Posted on 8/3/2009, 18:29     +1   -1




CITAZIONE (eralos @ 8/3/2009, 16:49)
salve a tutti,
ciao adenolato, in primis i miei complimenti per il post. cercare di far ordine, una volta per tutte, nelle teorie personali riguardanti il restauro e la conservazione dei metalli è una buona cosa.
tutto giusto, messo in termini semplici e molto comprensibile, ma in quanti lo seguiranno?

senza voler togliere valore alla tua esauriente spiegazione ,se mi permetti, vorrei aggiungere qualcosina:

CITAZIONE (adenolato @ 8/3/2009, 10:17)
La prassi per i ferri da scavo (archeologici soprattutto), vorrebbe che il restauro partisse dai primi momenti in cui riesumi il maufatto, (per evitare di lasciare il pezzo umido a contatto con l'aria), direttamente sul posto, ci vorrebbe un'asciugatura non naturale, ma artificiale,ad esempio con lampade ad IR, o in alternativa, sigillare il tutto in delle buste impermiabili con dentro composti disidratanti (le palline di gel di silice che assorbono l'umidità ad esempio)...oppure se non si asciuga si può immeregere i pezzi in soluzioni riducenti come il solfito di sodio (riducente) al 63gr/l e idrato di sodio cioè soda caustica al 20gr/l (inibitore), che non blocca, ma rallenta la corrosione.
Considerando che questo primo restauro è pressochè poco praticabile (o perchè non se ne è a conoscienza o perchè troppo pigri noi metallari) e quindi si passa direttamente all'altro, a casa...

è giusto, ma prima di passare all'azione forte dell'asportazione degli strati di ossido, precederei con un attento esame del "reperto. a volte sull'ossido si sono impressi particolari che non andrebbero tolti: frammenti di stoffe, di legno, di cuoio; questo potrebbe essere il caso di una lama che in origine era protetta da un fodero di natura organica. in questo caso converrebbe restaurare mantenendo in situ tali particolari, la sua storia ne verrebbe valorizzata.
solitamente, nell'ambito del gruppo archeologico di cui faccio parte, quando ritroviamo oggetti di natura metallica, il primo trattamento è solo l'immersione in acqua deionizzata allo scopo di asportare i sali ed i cloruri presenti ed evitare lo sfaldamento della massa ossidata, prima della decisione sulla tipologia dell'intervento di restauro.

Giusto, infatti la procedura nello specifico è proprio quella di lavorare in punti specifici che possono contenere decorazioni rilievi e cose attestanti l'identità, la storicità e il valore del manufatto,proprio come hai detto tu lavorando in situ secondo la metodica più appropriata rispetto al pezzo che si ha davanti...

CITAZIONE
2) Dopo la pulitura c'è il lavaggio che in generale va bene con acqua deionizzata per i metalli, ma per il ferro nello specifico no, almeno di non utilizzare acqua deareata (cioè distillata con l'aggiunta di un prodotto che toglie l'ossigeno disciolto), perchè il principio è togliere la fonde di ossigeno, ovvero l'ossidante...
Il lavaggio (anche molti e duraturi, ad alte temperature tipo 60-90° e volendo anche a spruzzo) serve a spurgare parte dei componenti della corrosione ma non tutti, soprattutto i cloruri...
Il lavaggio può essere abbinato a acqua d. e inibitori della corrosione

un sistema semplice per procurarsi dell'acqua disareata è quello di far bollire per pochi minuti dell'acqua deionizzata o distillata: la bollitura espelle dall'acqua tutti i gas in essa contenuta.

Si è un metodo molto semplice, l'importante è tenere l'acqua così trattata sotto vuoto altrimenti si riossigena...oppure fare i trattamenti di lavaggio direttamente in acqua bollita

CITAZIONE
3) Poi dovresti asciugare bene il pezzo (i professionisti usano le IR=infrarossi) senza però ventilarlo, oppure si possono mettere in forno...
La fase di asciugatura è inutile se non si sono eseguiti i lavaggi di spurgo e l'estrazioni dei corrosivi, perchè si toglie l'umidità ma non i corrosivi, che una volta tornati a contatto con l'umidità, riprenderanno il processo di ossidazione nelle nostre vetrine.
Quando il ferro spurga la ruggine umida è il sintomo di umidità e di corrosione in atto, quindi va subito intrapresa l'operazione di pulizia-lavaggio-spurgamento e non lasciare fare le goccioline perchè quando smetteranno di prodursi non vorrà dire che l'ossidazione si sarà fermata, ma solo che sarà rallentata perchè l'umidità del pezzo è diminuita e così anche i sali. .....

sarebbe bene, prima di procedere all'asciugatura, uno o più bagni in alcool puro allo scopo di asportare chimicamente la maggior quantità di acqua possibile, o se possibile l'evaporazione sotto vuoto.

Giusto,è un'ulteriore pratica che si può eseguire, infatti l'alcool è un disidratante, va usato ad alte concentrazioni ed in più è compatibile con molti protocolli di lavaggio...Tuttavia se l'asciugatura è eseguita correttamente si ha la totale perdita di acqua

CITAZIONE
.......
I trattamenti con olii vegetali o derivati dal petrolio vanno rinnovati una o due volte all'anno.

gli olii vegetali, a mio parere personale, non sono da adoperare per il solo fatto che già loro stessi si alterano sotto l'azione dell'ossigeno, della luce e della temperatura originando composti che possono favorire l'ossidazione. benissimo per gli olii di natura minerale, nuovi e non usati.

Infatti sono i più scarsamente consigliati, che oltre alla possibile ossidazione, tendono all'ingiallimento, antiestetico

CITAZIONE
Non ci sono delle regole assolute, ma dei protocolli maturati dalle esperienze di restauratori ad alti livelli, da applicare sempre tenendo in considerazione il pezzo che ti trovi davanti, e soprattutto il suo stato di conservazione, e come verrà conservato nel futuro

ecco perchè non è consigliabile fare da soli ma occorre seguire i consigli di chi conosce le tecniche giuste.
ora se il restauro è quello di un martello del 500 o una palla di cannone del 1700, si sa dove si arriva, ma se si tratta di una lama decorata di 1500 anni o un particolare di una cotta di maglia di 1000 anni fa le cose cambiano.

eralos

Ti ringrazio dei complimenti, spero di aver fatto cosa utile a tutti e che i consigli possano essere accolti senza preconcetti e possano aiutare nella pratica restaurativa..
Non hai tolto niente a quello che ho scritto, ne sminuito. Anzi, essendo appunto una linea guida generica può e deve quindi essere integrata con varie parti dedicate "a cose specifiche"

CITAZIONE (agincourt @ 8/3/2009, 18:08)
Perfetto Adenolato! Complimenti! Una vera guida professionale...speriamo, per il bene dei reperti che molti la mettano in pratica, almeno in buona parte! ....siamo ancora agli oli e alle superstizioni varie...

Grazie Agincourt, speriamo!!
Ciao
Paolo
 
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carletto_coins
view post Posted on 11/3/2009, 15:38     +1   -1




molto interessante e molto professionale (almeno ai miei occhi di assoluto apprendista) !
mille grazie per il tuo lavoro
carlo
 
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shirtalin
view post Posted on 11/3/2009, 16:00     +1   -1




Complimenti per la trattazione molto interessante e senz'altro utile riferimento operativo.
 
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Vegas62
view post Posted on 11/3/2009, 21:42     +1   -1




Bella guida, molto professionale. Complimenti e grazie.
 
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apolloooo
view post Posted on 13/3/2009, 21:24     +1   -1




Grazie per i consigli che ci hai dato... Tu come procedura usi questa citata da te?
dovè possibilie reperire i prodotti che hai citato??
Andrea.
 
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MATTEO1975
view post Posted on 14/3/2009, 09:58     +1   -1




complimenti ottimo, sottoscrivo anche io la richiesta dei nomi de prodotti, ad esempi si arla di olii vegetali....quali? grazie di tutto
 
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adenolato
view post Posted on 14/3/2009, 14:30     +1   -1




CITAZIONE (MATTEO1975 @ 14/3/2009, 09:58)
complimenti ottimo, sottoscrivo anche io la richiesta dei nomi de prodotti, ad esempi si arla di olii vegetali....quali? grazie di tutto

Ciao, considera che gli olii vegetali (come quello di oliva) e le cere animali (es. cera d'api) stanno nel gradino più basso dei composti protettivi per superfici, e quindi poco sconsigliate perchè semplicemente non adatte.
Nel dettaglio, alcune di queste non sono neutre e quindi possono intaccare le superfici
Poi sono molto suscettibili alle temperature (ad esempio una lampada che hai nella vetrina per esporre i pezzi ti scalda la cera), ingialliscono e subiscono processi di ossidazione che sviluppano composti acidi che attaccano la patina, diventano appiccicose, trattengono il particolato (non solo la semplice polvere ma anche agenti chimici dispersi nell'aria reattivi per il metallo)

Se si deve usare olii meglio quelli minerali (neutri) (cioè derivati dal petrolio) come la vasellina o la paraffina.

Per quanto riguarda i produttori un ottimo sito è AntichitàBelSito
e un altro molto più completo, hanno di tutto, dalle lampade IR per essiccamento, ai prodotti chimici, agli utensili è Bresciani srl

Spero di esservi stato utile

Potrebbe fare comodo un post sui vari tipi di patina del rame e delle sue leghe e del loro trattamento?
Ciao
Paolo
 
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MATTEO1975
view post Posted on 14/3/2009, 17:20     +1   -1




si scusate volevo scrvere olii minerali..... :wacko: .....con olio di vaselina ho gia' trattato un paio di monetine (V.E.) e devo dire che l'effetto mi piace molto, oltre alla protezione lascia quell'effetto bagnato che mette in risalto le scritte.
 
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artur7969
view post Posted on 14/3/2009, 18:28     +1   -1




Ciao descrizione superba, ma se pur semplice io non ci capisco nulla(colpa mia sono ignorantissimo in materia), nella speranza e nell' attesa di un ritrovamento degno di nota, sappi che ti tartassero' di consigli...
 
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adenolato
view post Posted on 14/3/2009, 23:17     +1   -1




CITAZIONE (apolloooo @ 13/3/2009, 21:24)
Grazie per i consigli che ci hai dato... Tu come procedura usi questa citata da te?
dovè possibilie reperire i prodotti che hai citato??
Andrea.

Uso le varie procedure a seconda delle condizioni del manufatto.
Per i prodotti leggi sopra ;)
Ciao
Paolo

CITAZIONE (artur7969 @ 14/3/2009, 18:28)
Ciao descrizione superba, ma se pur semplice io non ci capisco nulla(colpa mia sono ignorantissimo in materia), nella speranza e nell' attesa di un ritrovamento degno di nota, sappi che ti tartassero' di consigli...

Ciao, ti ringrazio
Spero di poterti aiutare nei consigli!!!
Ciao
Paolo
 
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32 replies since 8/3/2009, 10:17   4733 views
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