CITAZIONE (sofocle62 @ 31/3/2014, 13:46)
Non hai idea di quanto questo post abbia alzato la mia stima nei tuoi confronti!
Grazie Sofocle, lo apprezzo.
Fondamentalmente ho solo espresso quello che per me è un dettame dell'essere genitore.
Sento forte il dovere di essere una guida ed un esempio per i miei figli. Immodestamente sono convinto di essere un bravo papà, migliore di quanto lo sia stato il mio, e cerco, nei limiti del tempo trascorso con loro e che purtroppo per legge e per questa maledetta vita che siamo costretti a vivere si riduce ad un minimo, di portare avanti in loro il desiderio di migliorarsi come persone, individui, e non come "calciatori".
L'omologazione, la dilgante ignoranza che passa in secondo piano rispetto all'ostentazione di simboli di stato, il vivere di prepotenza ed arroganza, non mi appartengono. E vorrei che non appartenessero alle persone che più amo e per le quali farei di tutto.
Nel mio ormai compromesso e probabilmente anacronistico cervello, esiste la convinzione che la promozione della curiosità, della scoperta, della conoscenza di ciò che ci circonda, la solidarietà e l'empatia, siano dei passi fondamentali nel percorso di crescita di una persona.
Sono genitore nel senso biologico di aver generato due nuove entità, ma sono principalmente EDUCATORE di queste due palline di argilla.
Educare, termine dall'etimologia bellissima al limite del commovente: parola latina composta derivante da "E" (dall'esterno, al di fuori) e "DUCARE" o "DUCERE"(condurre, trarre)...vuol dire che IO DEVO condurre i miei figli al di fuori dell'ignoranza, della bassezza d'animo e da quanto di lordo io riconosca intorno a loro. Io sono il loro DUCE (tutto quadra nell'etimologia), il loro faro e la loro sicurezza. E sono solo, e devo esserlo, un "accompagnatore". Non devo metter loro in testa quello che io credo e penso, non devo metter loro in testa che si debbano allineare al mondo che oggi ci circonda. Il mio scopo è generare in loro uno SPIRITO CRITICO rispetto a tutti i fenomeni che incontreranno nella loro vita.
E scusa se è poco...Questo compito non posso svolgerlo gridando da dietro una rete che mi separa da loro (e questa metafora non casuale è agghiacciante) ma condividendo con loro esperienze che si porteranno dietro per una vita e che hanno la potenzialità di cambiare il corso, appunto, di questa loro vita.
A volte, troppo spesso in verità, i figli sono un mezzo per trasferire le frustrazioni e le delusioni dei genitori che, a loro volta quando furono figli, hanno accumulato e delle quali sentono il peso.
Se riuscissimo a spezzare questo circolo vizioso potremmo dire di poter esserci avvicinati al ruolo di educatori. Io ci sto provando e sono fiero di me per questo.
Il senso della mia vita è quello di dare un senso alla mia vita, e lo sto trovando nel cercare di portare due persone così importanti ad affacciarsi al mondo come esseri dotati della capacità di capire, amare, apprezzare, scegliere e, perchè no, sbagliare.
Chiedo scusa a tutti per la lungaggine di questa mia riflessione introspettiva, mi sono lasciato prendere la mano!!!!!
Luca, il papà.