Metal Detector per tutti

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view post Posted: 8/8/2016, 13:03     +2Anello imperiale - Jewellery (anelli,spille, bracciali, orecchini etc etc)
Curiosando in rete,mi sono imbattuto in questo splendido anello dell epoca romana imperiale..lo trovo un capolavoro assoluto.. che dite?

y In questo sito da dove proviene anche la foto,ci sono gioielli bellissimi www.romanoimpero.com/2015/02/i-gioielli-romani.html

Edited by *SENECA* - 9/8/2016, 00:29
view post Posted: 20/7/2016, 18:10     +2Crimini riflessi - Approfondimenti
Le "Marocchinate". Un termine che alla nostra generazione e soprattutto alle nuove generazioni e future dice ben poco.
I crimini di guerra perpetrati ai danni delle popolazioni inermi durante il secondo conflitto sono state tante, troppe ma purtroppo si ricordano solo alcune. Si ricordano quelle perpetrate dagli eserciti sconfitti poichè, come sempre, CHI VINCE SCRIVE LA STORIA.
Vallo a raccontare alle donne bambini uomini giovani e vecchi dell'Italia centrale, dell'umbria della toscana e dell'Emilia Romagna.
Ma soprattutto ai civili delle province di Isernia e Frosinone.
Settembre 1943 - gennaio 1944 periodo di battaglie campali con migliaia di morti da entrambe le fazioni. Da una parte l'esercito tedesco impegnato in una strenua resistenza a difesa del territorio italiano a su della Capitale, dall'altra l'esercito alleato impegnato nello sfondamento di questa linea difensiva arroccata su monti che impediscono il passaggio delle truppe in direzione nord.
I tedeschi sono determinati a resistere, gli alleati incapaci di sfondare anche per colpa del duro inverno.
Bisogna trovare un sistema per sbaragliare il nemico..gli alti ufficiali alleati cercano di motivare i soldati in ogni modo con le parole "libertà" "valore" e "vittoria" ma non bastano... ci pensò un generale dell'esercito "cugino di oltralpe" il generale Juin
Nel maggio 1944 i goumier del Corpo di spedizione francese in Italia, attraversando un terreno apparentemente insuperabile nei monti Aurunci, aggirarono le linee difensive tedesche nell'adiacente Valle del Liri, consentendo al XIII Corpo britannico di sfondare la linea Gustav e di avanzare fino alla successiva linea di difesa predisposta dalle truppe germaniche, la linea Adolf Hitler. Diedero inoltre il necessario slancio nelle battaglie di Monte pantano al fine di aggirare la linea difensiva intorno a Montecassino.
La caratteristica di queste truppe coloniali era l’eccellente addestramento nei combattimenti montani. «Vivere e battersi in montagna era qualcosa di naturale per questi soldati, e un terreno che altri avrebbero considerato un ostacolo era per i nordafricani un alleato».
Questi uomini ( descritti dagli ufficiali inglesi ed americani come «selvaggi avvolti in luridi barracani), che per mesi, per impedire che compissero violenze sessuali ai danni delle popolazioni civili, erano stati sottoposti al coprifuoco, ed impediti ad uscire dai loro accampamenti recintati con filo spinato», erano denominati “goumiers”, in quanto non erano inquadrati in formazioni regolari, ma organizzati in “goums”, ossia gruppi composti da una settantina di uomini, molto spesso legati tra loro da vincoli di parentela.
All’alba del giorno scelto per l’attacco, il 14 maggio 1944, il generale Juin inoltrò agli uomini della IIa divisione di fanteria (gen. Dody) e della IVa divisione da montagna (gen. Guillaume) il seguente proclama: «Soldati! Questa volta non è solo la libertà delle vostre terre che vi offro se vincerete questa battaglia. Alle spalle del nemico vi sono donne, case, c’è un vino tra i migliori del mondo, c’è dell’oro. Tutto ciò sarà vostro se vincerete. Dovrete uccidere i tedeschi fino all’ultimo uomo e passare ad ogni costo. Quello che vi ho detto e promesso mantengo. Per cinquanta ore sarete i padroni assoluti di ciò che troverete al di là del nemico. Nessuno vi punirà per ciò che farete, nessuno vi chiederà conto di ciò che prenderete».
Un' allucinante promessa che venne purtroppo rispettata alla lettera da quelle bestie inumane.
Nei giorni che seguirono la battaglia, terminata il 17 maggio con la caduta di Esperia, i 7.000 “goumiers” sopravvissuti (erano partiti all’attacco in 12.000) devastarono, rubarono, razziarono, uccisero, violentarono. Circa 3.500 donne, di età compresa tra gli 8 e gli 85 anni, vennero brutalmente stuprate. Vennero sodomizzati circa 800 uomini, tra cui anche un prete, don Alberto Terrilli, parroco di Santa Maria di Eperia, il quale morì due giorno dopo a causa delle sevizie riportate. Molti uomini che tentarono di proteggere le loro donne vennero impalati.
In una relazione degli anni ’50, che alla luce di recenti ricerche riporta dei dati per difetto, testualmente si legge: «circa 2.000 donne oltraggiate, di cui il 20 per cento affette da sifilide, il 90 per cento da blenorragia; molti i figli nati dalle unioni forzose, Il 40 per cento degli uomini contagiati dalle mogli, oltre 800 assassinati perché accorsi a difendere l’onore delle loro madri, mogli, figlie. L’81 per cento dei fabbricati distrutto, il 90 per cento del bestiame sottratto; gioielli, abiti e denaro totalmente rubati».
Mentre precedentemente si individuò come unico e solo responsabile il Generare Juin, oggi si può senz’altro affermare che le maggiori responsabilità ricadono su ben altre persone, quali il generale De Gaulle diretto superiore di Juin ed il ministro degli affari economici del governo francese in esilio a Londra, André Diethelm, che nei giorni del terrore “goumiers” si trovavano in Ciociaria per la precisione ad Esperia. Non poterono quindi non vedere come si comportarono i loro coloniali!
Risulta altresì evidente, a chi guardi ai fatti con obiettività, la responsabilità del Generare Harold Alexander, che sentitosi chiedere da Juin l’autorizzazione a mettere in pratica tale scellerato disegno, anziché farlo immediatamente arrestare, diede il suo consenso, limitandosi a contrattare il termine temporale dello scempio (50 ore) senza curarsi minimamente della sorte delle inermi popolazioni. «Per lui l’impresa dei goumiers significava soltanto aver fatto una breccia nelle difese tedesche, attraverso la quale far passare comodamente gli inglesi della 78a divisione, tenuta sinora di riserva».



e per finire il racconto commovente e raccapricciante di chi ha avuto la forza di raccontarlo
Testimonianza di una Marocchinata
“La battaglia infuriava, rimanere significava morire. A piccoli gruppi ci inoltrammo sui monti, ma tutti i rifugi erano già occupati, allola decidemmo di andare verso Vallecorsa e poi Lenola. Il passo era svelto, stava per imbrunire, volevamo arrivare al paese di Vallecorsa prima del buio. Ci trovavamo in zona Cimotte quando arrivò il buio, accellerammo il passo,ma la fame e la sete erano tante, le forze venivano sempre meno e i più deboli come me rimasero indietro. Ad un certo punto cominciammo a sentire strane grida, alzai gli occhi e guardai verso quelle voci incomprensibili: erano gli alleati, erano migliaia anche loro in fila indiana, erano ormai solo a qualche centinaio di metri da me. Mi fermai, presi respiro, alzai gli occhi al cielo e dissi: finalmente! Ma non feci in temo a rendermi conto di nulla; all’improvviso fui circondata da quei musi neri, alcuni avevano l’anello, vestiti a strisce, mi resi conto che qualche cosa di brutto stava per accadere. Mi alzai di scatto e con tutte le mie forze cercai di correre tra quelle brutte pietre. Non mi fecero fare neanche 10 passi, mi presero e cominciarono a spogliarmi, io provai a gridare, ma uno di loro mi avvolse il viso con uno di quegli stracci che avevano addosso, mi buttarono per terra cominciarono a schiaffeggiarmi. Mi violentarono. Sentivo le loro risate, sentivo la loro puzza, sentivo dolore. Poi arrivò il buio, ma la violenza continuava. Speravo di morire presto, ma sentivo dolore tanto dolore. Per tutta la notte continuarono a violentarmi. Ricordo che ogni tanto svenivo, la mia speranza era quella di non svegliarmi più, ma ognuno di loro, dopo avermi fatto violenza mi graffiava, mi schiaffeggiava, quasi fosse un rito, e purtroppo spesso quegli schiaffi mi risvegliavano. Volevo morire, ma questa maledetta morte non arrivava mai. Ogni ora che passava almeno 20 di loro abusavano del mio misero corpo- o di quello che ne era rimasto. Era di maggio. L’alba arrivò presto, mi svegliai con tanto freddo addosso , non c’era più puzza di quelle belve, mi resi subito conto che non era stato un brutto sogno, ero ancora viva, ma la mia anima era morta per sempre, il mio viso era così gonfio che gli occhi facevano fatica ad aprirsi.
La morte non è nulla figlio mio, credimi la morte non è nulla.”
Questo è il racconto di CATERINA ( chiaramente il nome non è quello vero). Quando conosci queste cose non è poi difficile commuoversi. Tutto questo mi è stato raccontato in dialetto da “Caterina” nel 2004 a Castro de Volsci. Ora Caterina ha trovato quella pace che tanto cercava.






coloro che aspettavano la liberazione dai tedeschi e che invece hanno trovato i "liberatori" e sotto
Le bestie con in piedi alle loro spalle i loro "padroni dal cappellino bianco candido




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La vicenda sopra citata è sta presa dal mio vecchio forum,ed è stata pubblicata da elv 66..io l ho solo trascritta qua esattamente come era,per non perdere un post interessante da un altro punto di vista della guerra.

Edited by *SENECA* - 21/7/2016, 00:34
view post Posted: 17/7/2016, 17:06     +1AUSCHWITZ -TUTTO VERO? - Approfondimenti
Preciso che non vuole questa essere una sorta di discussione improntata sul revisionismo storico,ma solo una riflessione per interrogarsi su alcuni aspetti della vicenda..la verità forse non la sapremo mai,ma almeno ci si può ragionare,senza per forza accettare a priori le versioni storiche ufficiali.La storia è scritta dai vincitori.
view post Posted: 1/7/2016, 23:11     +1UN CHITARRISTA ECCEZZIONALE - La stanza della musica
Sicuramente un genio della chitarra,uno dei piu grandi talenti mai esistiti..parliamo del grande gary moore vincitore di moltissimi premi e considerato un icona della musica dei nostri tempi..non è piu fisicamente tra noi,ma la sua musica è e sarà sempre viva in tutti coloro che lo hanno amato.
view post Posted: 22/6/2016, 11:06     +2LA PIU GRANDE PIRAMIDE DEL MONDO STA IN MESSICO - Popoli, civiltà, miti, racconti e leggende.
A cholula(Messico) c'è Tapanapa la più grande piramide mai costruita dall uomo Al visitatore appare una grande collina ricoperta di vegetazione, con in cima la chiesa cattolica di Nuestra Señora de los Remedios, costruita nel 1594.

Ed invece, quella grande collina, altro non è che la piramide più grande al mondo.

Il Messico, ancora una volta, è pronto a stupirci con i suoi antichi e preziosi tesori ...



E' situata a Cholula, a 12 km da Puebla, in direzione dei grandi vulcani Malinche, Popocatepetl e Iztaccihuatl.

Ed è proprio in questa zona che le antiche civiltà precolombiane - Mixtechi, Toltechi con il loro regno di Quetzalcoatl (Serpente con le piume) - si sono susseguite impreziosendo Cholula di un glorioso passato: la piramide di Tepanapa ne è testimonianza grandiosa!

Costruita in 4 differenti momenti storici, con i suoi 4,5 milioni di metri cubi è ormai certo che superi di ben 3 volte, per dimensione, la più famosa piramide egiziana di Giza: 500 m per ogni suo lato e 64 metri di altezza, misura - quest'ultima - ancora approssimativa.



Si da il caso infatti che, a seguito degli scavi tuttora in corso, siano stati scoperti 8 km di labirinti e gallerie sotterranee che si snodano verso il basso e verso l'alto e che si aggiungono, quindi, ai 64 metri dell'altezza rilevata!

Almeno 9 sono i livelli che la compongono, da come si evince dal plastico che la riproduce nel piccolo museo adiacente al sito.

Gli archeologi, inoltre, stanno riportando ala luce le enormi fondamenta, la base e le strutture che sorgevano nell'area sacra, attorno a Tepanapa, tra cui il grande Patio de Los Altares, da cui si accedeva alla piramide.



E comunque ... è affascinante il mistero che si cela all'interno ed al di fuori delle sue mura

Successivamente ci è stata costruita sopra una basilica,basta guardare la basilica(che di certo non e piccola)per rendersi conto delle dimensioni della piramide

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view post Posted: 22/6/2016, 10:21     +1L AVVENTURA INIZIO CON.... - Forum generale metal detector
Apro questo topic per dare la possibilità a tutti di dire con quale metal detector ha iniziato questo hobby ,in che anno e come l ha scoperto..inizio io dicendo che il "virus" :D me lo ha passato il mio amico thomas piccozzino, circa 8 anni fa,e da allora non ho fatto nessuna cura per guarire e non ho nessuna intenzione di farla :P Ho iniziato con un minelab ,poi venduto e passato al mondo xp,dei quali ne ho avuti diversi. Ho anche posseduto altri md di varie marche,ma sono sempre tornato alla fine da mamma xp :D comunque ecco il mio primo:x terra 705.
view post Posted: 21/6/2016, 11:39     +3ORO IN SPIAGGIA - Ricerche oro e meteoriti
Quanti di noi cercano oro con il metal detector in spiaggia?io penso tutti,ma ultimamente non e facile trovarlo,anche se ancora possibile.Innanzi tutto bisogna tener conto che per trovare il biondo metallo,bisogna avere esperienza,il giusto metal detector e una buona dose di fortuna e molta pazienza,dote fondamentale per chi pratica questo stupendo hobby.Come dicevo sopra ,l oro perso dai bagnanti nei ultimi periodi è calato,vuoi perché va meno di moda,vuoi perché c'è la crisi e la gente se lo e in gran parte venduto.Ma nonostante ciò,ancora si può trovare,se si e nei posti giusti nel momento giusto,e sempre con la solita dose di fortuna.Ci sono due tipologie di ricerca per trovarlo..una sulla sabbia asciutta,dove ormai scarseggia e l altra con probabilità maggiori,in acqua,ma per quest ultimo metodo di ricerca,ci vuole un attrezzatura particolare oltre al metal detector,serve anche una pala adatta per scavare in acqua,un metal detector sub e una muta per proteggersi il corpo dall acqua ,sopratutto d inverno.Inoltre questo tipo di ricerca non può essere praticato sempre,ma solo con condizioni di mare favorevole ,e non e detto che al contrario della ricerca su sabbia dove qualcosa sempre si trova,(monetine)in acqua può capitare anche di non trovare nulla di interessante,ma con un Po di pazienza questa ultima tipologia di ricerca a volte paga gli sforzi compiuti,perché anche se l oro come catenine,bracciali,e orologi,difficilmente si usa più portarli in spiaggia quindi non si smarriscono più,in acqua si perdono in genere le fedi, che tutti indossano.In conclusione quindi se volete trovare oro,armatevi di attrezzatura adeguata,e tanta pazienza e buttatevi in ammollo.
view post Posted: 20/6/2016, 14:00     +1COME FUNZIONA LA BOBINA DI UN METAL DETECTOR - Elettronica dei metal detector
Le tecnologie di funzionamento
1 - Frequenza molto bassa o a Equilibrio di induzione ( VLF - IB: Very Low Frequency or Induction Balance):

I multifrequenza come i VLF - IB hanno un'ottima discriminazione,non arrivano alle profondità dei PI ma sono ideali per la ricerca in terreni inquinati o mineralizzati. Sono i più comuni e diffusi . Possono presentarsi con display analogici , digitali o senza display , non è l’aspetto che li identifica ma la tecnologia utilizzata

All'interno della bobina di ricerca ci sono due o tre bobine distinte

1) Bobina trasmittente: Solitamente più esterna rispetto a quella ricevente,possono anche essercene due o tre ;la corrente è trasmessa lungo il filo, prima in un senso poi in un altro, per migliaia di volte al secondo e appunto il numero di volte con cui la corrente cambia senso di percorrenza identifica la frequenza a cui opera il Metal Detector.

2) Bobina ricevente: Solitamente più interna a quella trasmittente,funziona da antenna per ricevere ed amplificare i segnali provenienti dagli oggetti nella terra.

Funzionamento:La bobina trasmittente crea un campo magnetico che determina un relativo campo temporaneo nell'oggetto sepolto. Questo campo magnetico indotto nell'oggetto sollecita la bobina ricevente crea una una corrente di induzione,la quale sarà analizzata dal circuito del metal detector.

Alcune osservazioni di base !
- in questo modo si possono spiegare anche i famosi disturbi che spesso rendono difficoltose le ricerche infatti , mentre il campo magnetico pulsa avanti e indietro nella terra, interagisce con tutti gli oggetti conduttivi che incontra, portando a generare deboli campi magnetici al loro interno che inevitabilmente vengono rilevati dalla bobina ricevente!

- La polarità del campo magnetico indotto dell'oggetto è opposta al campo magnetico della bobina trasmittente.

- La bobina ricevente è protetta dal campo magnetico generato dalla bobina trasmettente , ma non è protetta dai campi magnetici che vengono dagli oggetti nella terra. Di conseguenza, quando la bobina ricevente passa sopra un oggetto che genera un campo magnetico, una piccola corrente elettrica attraversa quest'ultima.
- il rivelatore di metallo può determinare approssimativamente la profondità dell'oggetto sepolto in base all’ analisi del segnale di risposta rispetto al campo magnetico generato. Più un oggetto è vicino maggiore è il segnale.Oltre una certa profondità, l'intensità del campo che arriva in superficie è così debole che è inosservabile dalla bobina ricevente.

funzionamento della modalità di discernimento (discriminazione) dei metalli differenti in un metal VLF

La discriminazione si basa su un fenomeno conosciuto come sfasamento che è la differenza tra la durata della frequenza della bobina del trasmettitore e la frequenza dell'oggetto.Questa differenza è soggetta a due varianti:

- Induttanza : in quanto un oggetto che conduce facilmente l'elettricità (induttivo) è lento a reagire ai cambiamenti di corrente. Un oggetto con alta induttanza avrà più sfasamento,questo perché richiederà più tempo per alterare il proprio campo magnetico.

- Resistenza : perché un oggetto che non conduce facilmente l'elettricità (resistente) è rapido a reagire ai cambiamenti di corrente.Un oggetto con alta resistenza avrà invece uno sfasamento più piccolo.

La maggior parte dei metalli variano sia nell'induttanza che nella resistenza, un rivelatore di metallo di VLF esamina lo sfasamento, utilizzando due circuiti elettronici (demodulatori di fase) realizzando una media che verrà poi associata ad particolare di metallo. Ma non sempre è possibile avere una risposta univoca perciò solitamente si parla digamma di metalli alla quale l'oggetto può appartenere.



In questo modo analizzando il livello di sfasamento molti rivelatori di metallo permettono di filtrare (discriminare) gli oggetti ,generando segnali di risposta solo in base alle impostazioni dell’ utente. (Funzione notch)

I Metal Detector più avanzati usano diversi filtri insieme.

- 2 Induzione di impulso (PI: Pulse Induction):

I sistemi a PI possono usare una singola bobina sia come trasmittente che ricevente, alcuni modelli possono avere due o persino tre bobine che funzionano contemporaneamente.

I Pulse Induction non hanno discriminazione,se non in pochi casi e sono sono all metal. Sono utilizzati nella ricerca subaquea.

Funzionamento:
I metal a PI inviano un segnale intervallato (ON/OFF). raffiche potenti e corte di impulsi di corrente attraverso la bobina

Nel momento ON ,cioè in cui la bobina invia gli impulsi, ogni impulso genera un breve campo magnetico nell'oggetto.

Quando l'impulso si conclude, il campo magnetico nell'oggetto inverte la polarità e poi si annulla improvvisamente, con un segnale elettrico molto netto.

Questo segnale elettrico,dura alcuni microsecondi e da origine ad un'altra corrente che attraversa la bobina, che in questo momento non trasmette alcun segnale

Nel momento OFF ,cioè in cui la bobina non invia alcun segnale,si ascolta il segnale di ritorno dal terreno e in caso dall'oggetto metallico. Questa corrente ,che viene analizzato dal metal detector, è denominata "impulso riflesso" , ha una durata molto breve ( circa 30 microsecondi) .

Un rivelatore di metallo PI trasmette circa 100 impulsi al secondo, ma il numero può variare notevolmente da modello a modello.

In un Metal Detector PI vi è un circuito di campionamento (sampling circuit) che controlla la lunghezza dell'impulso riflesso confrontandolo con la durata prevista o pre-impostata, il circuito di campionamento può determinare se un altro campo magnetico ha spinto l'impulso riflesso a svanire più lentamente.e questo indica la presenza di un oggetto di metallo che interferisce.

Il circuito di campionamento trasmette questi piccoli e deboli segnali ad un dispositivo un chiamato integratore chelegge i segnali dal circuito di campionamento, gli amplifica e li converte in corrente continua che è collegata ad un circuito audio che cambia segnale in base all'oggetto trovato (in genere il tono audio).

- le macchine PI in genere non hanno discriminazione perché la lunghezza riflessa dell'impulso dei vari metalli non viene facilmente separata.

- nelle zone che presentano materiale altamente conduttivo nel terreno come in acqua salata i vlf sono inutilizzabili e ci si affida solo ai pi.

- Inoltre, i sistemi PI possono rilevare metalli più in profondità rispetto altri sistemi.

- 3) Tecnologia di BFO ( beat-frequency oscillator ):

in questi Md si fa il confronto tra le frequenze di un oscillatore di riferimento e quelle di un oscillatore di ricerca che include un sensore induttivo nel suo circuito di sintonia. Il confronto di solito è effettuato unendo ("mixando") i segnali dei due oscillatori. Gli oggetti ferrosi e non ferrosi che si trovano vicino al sensore, la bobina di ricerca, cambieranno la loro induttanza la quale a sua volta cambierà la frequenza dell'oscillatore di ricerca. Il risultato della differenza tra le due frequenze, di riferimento e ricerca, sarà il risultato in uscita che potrà essere ascoltato con le cuffie o visualizzato sul display a seconda del tipo di metal. La semplicità dei sistemi BFO permette ai metal detector basati su questa tecnologia di essere prodotti e venduti ad un costo molto basso. Questi rivelatori però non forniscono un livello di controllo e d'esattezza pari ai sistemi PI o VLF.
view post Posted: 20/6/2016, 13:55     +1COME FUNZIONA UN METAL DETECTOR - Forum generale metal detector
INTRODUZIONE : I metal detector sono macchine affascinanti. Molte delle persone che li usano sono entusiasti nel decantare le virtù dei loro strumenti preferiti così come lo sono nel partire alla ricerca di tesori nascosti. E’ necessario conoscere come un metal detector funziona per poterlo usare efficacemente? Assolutamente no. Conoscerne il funzionamento potrà aiutare qualcuno ad usarlo con più efficacia in futuro? Può essere, ma solo con la persistenza e la pratica. Il miglior metal detector disponibile è ancora colui che lo usa.

VLF TR (Very Low Frequency Transmitter & Receiver)

Trasmettitore :Dentro la bobina del metal detector (chiamata anche testa di ricerca, antenna, ecc.) c’è un avvolgimento di filo conduttore chiamato “bobina trasmittente”. La corrente elettrica viene inviata alla bobina per creare un campo elettromagnetico. La direzione del flusso di corrente viene invertita alcune migliaia di volte ogni secondo; la frequenza di trasmissione “frequenza operativa” si riferisce al numero di volte al secondo che il flusso di corrente va dal verso orario a quello antiorario per tornare ancora al verso orario. Quando la corrente fluisce in una data direzione, viene prodotto un campo magnetico la cui polarità (come i poli nord e sud di un magnete) si allinea sul terreno; quando la corrente viene invertita, si inverte anche la polarità del campo magnetico che penetra nel terreno. Alcuni oggetti metallici ( o altri conduttori di elettricità) investiti dal campo magnetico produrranno una corrente interna indotta dal campo magnetico variabile, allo stesso modo in cui un generatore elettrico produce elettricità ruotando un avvolgimento elettrico dentro un campo magnetico fisso. Questa corrente che scorre dentro l’oggetto produce a sua volta un campo magnetico con una polarità che tende ad opporsi a quella del campo prodotto dalla bobina trasmittente.

Ricevitore : Un secondo avvolgimento di filo elettrico dentro la testa di ricerca, la bobina ricevente, è costruito (secondo diversi metodi) in maniera tale che quella corrente che dovrebbe scorrervi a causa della vicinanza con la bobina trasmittente venga di fatto annullata. Perciò , il campo prodotto dalla corrente che scorre nell’oggetto sotto la testa di ricerca farà scorrere una corrente nella bobina ricevente che potrà essere amplificata ed elaborata dall’elettronica del metal detector senza essere coperta dalla corrente più intensa generata dal campo della bobina trasmittente.
Il segnale ricevuto risultante apparirà solitamente ritardato rispetto al segnale trasmesso. Questo ritardo è causato dalla tendenza dell’oggetto conduttore rilevato a impedire il flusso (resistenza) e la variazione del verso della corrente (induttanza). Noi chiamiamo questo ritardo “spostamento di fase” o “PHASE SHIFT”. Il maggior spostamento di fase sarà causato da oggetti metallici che sono prevalentemente induttivi; oggetti grandi, spessi, fatti di eccellenti conduttori come oro, argento e rame. Piccoli spostamenti di fase sono tipici di oggetti prevalentemente resistivi: piccoli, sottili o quelli composti da materiali a bassa conduttività.
Alcuni materiali che conducono poco o affatto possono comunque causare un forte segnale captato dalla bobina ricevente. Sono i materiali “ferromagnetici”. Le sostanze ferromagnetiche tendono a diventare magnetizzate quando sottoposte ad un campo, come una graffetta diventa temporaneamente magnetizzata se sollevata con una calamita. Parecchi terreni e sabbie contengono piccoli granuli minerali ferrosi che li fanno apparire molto ferromagnetici al metal detector. Ferro di fusione (chiodi quadrati) e oggetti di acciaio (tappi di bottiglia) mostrano entrambe le proprietà elettriche e ferromagnetiche. Quanto appena detto si riferisce al funzionamento di un metal detector “a Bilanciamento di Induzione” o “ INDUCTION BALANCE IB”, talvolta riferito come “VLF” Very Low Frequency (sotto i 30 kHz). Questa è la tecnologia più usata al momento

Discriminazione : Siccome il segnale ricevuto da un qualsiasi oggetto metallico mostra un proprio caratteristico spostamento di fase (phase shift), è possibile classificare differenti tipi di oggetti e distinguerli tra loro. Per esempio una monetina d’argento causa un phase shift molto più grande che uno strappo di lattina d’alluminio, sicché un metal detector può essere impostato per suonare su una monetina di argento e restare muto su uno strappo di lattina ed inoltre mostrare l’identificazione del bersaglio su un o strumentino o su un display. Questo processo di distinzione tra bersagli metallici è chiamata “discriminazione”. La più semplice forma di discriminazione permette a un metal detector di fornire una risposta audio quando rileva un bersaglio il cui phase shift supera una certa soglia (solitamente presettabile). Sfortunatamente, con questo tipo di discriminazione lo strumento non segnalerà alcune monete e gioielli se la soglia viene impostata ad un livello tale da rifiutare rifiuti d’alluminio come strappi di lattine e tappi di bottiglie. Una funzione molto utile in un metal detector è la “NOTCH DISCRIMINATION”. Con questo sistema è possibile inserire nella gamma di discriminazione un filtro a campana, in modo da accettare solo i bersagli che ricadono entro questa campana e rifiutare gli oggetti a sinistra e a destra di essa. Nei metal detector più sofisticati è possibile preimpostare molti di questi notch e impostarli in modo accetta o rifiuta. Un metal detector può fornire una lettura numerica, un’indicazione su uno strumentino o altri tipi di visualizzazione per identificare il bersaglio rilevato. Questa funzione è chiamata VISUAL DISCRIMINATION INDICATOR o VDI. I metal detector con questa funzionalità hanno il vantaggio di fornire informazioni più dettagliate sul tipo di oggetto trovato rispetto alla sola risposta audio. Parecchi, se non tutti, metal detector con la VDI sono comunque equipaggiati con il sistema di discriminazione audio. I metal detector possono distinguere un oggetto metallico da un altro basandosi sul rapporto tra la loro induttanza e la loro resistenza. Questo rapporto si traduce in un ritardo predefinibile nel segnale ricevuto, a una certa frequenza, rispetto al segnale trasmesso. Un circuito elettronico chiamato “demodulatore di fase” può misurare questo ritardo. Per separare i due segnali, la componente del terreno e quella del bersaglio, come pure per determinare la probabile identità del bersaglio, si usano due demodulatori di fase simili i cui picchi delle semionde sono separati di ¼ di periodo del segnale trasmesso. Questi due canali li chiameremo “X” e “Y”. Un terzo segnale demodulato, chiamato “G”, può essere aggiustato in modo che la sua risposta a ogni segnale con fase fissa rispetto al segnale trasmesso (come il segnale del terreno) può essere ridotto a zero indipendentemente dall’ampiezza del segnale. Alcuni metal detector usano un microprocessore per monitorare questi tre canali, per determinare la probabile identificazione e assegnarvi un numero basato sul rapporto delle letture dei canali “X” e “Y”, ogni volta che la lettura del canale “G” eccede un valore predeterminato. Si può calcolare questo rapporto con una risoluzione migliore di 500 a 1 nella gamma completa che va dalla ferrite all’argento puro. Bersagli di ferro sono sensibili all’orientamento; perciò il modo in cui la bobina viene passata su essi può causare drastici cambiamenti sul valore numerico letto. Un display grafico che mostri questo valore numerico sull’asse orizzontale e l’ampiezza del segnale su quello vericale è estremamente utile per distinguere i rifiuti dagli oggetti di valore.

Bilanciamento del terreno ( Ground Balance) : Come accennato precedentemente, alcune sabbie e terreni contengono un certo quantitativo di ferro. Inoltre tali terreni possono avere proprietà conduttive a causa della presenza di sali disciolti nell’acqua. Il risultato è un segnale ricevuto dal suolo che può essere migliaia di volte superiore di un segnale dovuto ad un oggetto interrato a poca profondità. Fortunatamente lo spostamento di fase causato dal terreno tende ad essere abbastanza costante su una superficie limitata. E’ possibile arrangiare la circuiteria interna in modo che se anche la potenza del segnale del terreno cambia drasticamente, come quando la testa di ricerca viene fatta alzare e abbassare dal suolo oppure quando passa su un dosso o un buco, il segnale d’uscita del detector rimane costante. Questo significa che il metal detector è del tipo “GROUND BALANCED”. Un preciso bilanciamento del terreno rende possibile il centramento (PINPOINT) dell’oggetto con un buon grado di precisione così come può stimare la profondità dello stesso. Se si sceglie di cercare in un modo non-discriminante (ALL METAL MODE), un accurato bilanciamento del terreno è necessario.
La forma più semplice di bilanciamento consiste in una manopola che l’operatore regola mentre alza e abbassa la bobina dal suolo finché viene raggiunto un perfetto bilanciamento. Sebbene tale metodo sia abbastanza efficace, può essere a volte molto noioso, e taluno lo considera difficile e confuso da realizzare. I metal detector più avanzati eseguono il bilanciamento del terreno automaticamente, normalmente con una sequenza a due fasi in cui lo strumento viene bilanciato con la bobina sollevata, quindi bilanciato di nuovo con la bobina abbassata sul suolo. I detector ancora più sofisticati si bilanciano continuamente nel variare delle condizioni del terreno; questo sistema è chiamato “TRACKING GROUND BALANCE”. Un buon detector con il sistema di tracking permette di bilanciare una sola volta e di cercare per un’intera giornata senza doverlo fare di nuovo. Una parola al riguardo: molti metal detector pubblicizzati come “Automatic” o “Tracking” Ground Balance in realtà hanno un punto fisso di bilanciamento impostato in fabbrica. E’ come se si saldasse il pedale dell’acceleratore dell’auto a metà strada e si chiamasse ciò “controllo di velocità”!

Modi di ricerca Motion e Non Motion : Sebbene il segnale dovuto al terreno può essere molto più forte del segnale dovuto all’oggetto, il segnale del terreno tende a rimanere lo stesso, o cambiare molto lentamente, quando la bobina si muove. Il segnale del bersaglio, d’altra parte, crescerà rapidamente fino ad un valore massimo e quindi cadrà quando la bobina lo avrà superato. Tutto ciò a la possibilità di utilizzare tecniche per separare il segnale del terreno rispetto a quello dell’oggetto giocando sulla velocità di cambiamento del segnale ricevuto piuttosto che sul livello del segnale stesso. I metal detector che si basano su questo principio sono chiamati “MOTION” metal detectors. L’esempio più importante viene dal modo chiamato “MOTION DISCRIMINATION”. Se si vuole isolare il segnale del bersaglio abbastanza bene da poter determinare la sua natura, il bilanciamento del terreno da solo non è sufficiente. Dobbiamo analizzare il bersaglio con una coppia di differenti parametri, così come una distanza stradale può essere misurata con una triangolazione se si dispone di più di un “punto di riferimento”. Noi possiamo solo essere bilanciati con il terreno da un particolare “punto di riferimento”; l’altro contiene una combinazione di segnali del bersaglio e del terreno. Fortunatamente noi possiamo utilizzare la tecnica “motion” per minimizzare l’effetto del segnale residuo del terreno. A tutt’oggi tutti i metal detector con discriminazione e VDI richiedono il il movimento della bobina per essere efficaci. Questa non è una penalizzazione, giacché si deve comunque spazzolare con la bobina per coprire il terreno da esplorare. Una volta localizzato un bersaglio nel modo “motion discrimination”, probabilmente si desidera conoscere l’esatta localizzazione per lo scavo. Se il metal detector è fornito di un misuratore di profondità, si potrà conoscere anche la distanza del bersaglio dalla superficie. La localizzazione “pinpoint” del bersaglio e la misura della sua profondità sono eseguite nel modo operativo chiamato “All Metal Mode”. Siccome non è richiesta la discriminazione per eseguire queste funzioni, non è necessario il movimento della bobina per rilevare l’oggetto o, più precisamente, non è importante la velocità di scansione della stessa. Il modo “All Metal” (chiamato anche modo “NORMAL” o “D.C.”) è chiamato perciò “NON MOTION MODE”. Potrebbero crearsi alcune confusioni in questo argomento. Alcuni metal detector sono equipaggiati con una caratteristica funzione chiamata “SELF ADJUSTING THRESHOLD”, o S.A.T. (Soglia Auto Regolabile), che serve a tenere il livello audio emesso ad un valore appena percettibile, in assenza di segnali dovuti ad oggetti sepolti. Questo aiuta ad attenuare le variazioni audio causate dal terreno o da un inadeguato bilanciamento. Il S.A.T. può essere molto veloce o molto lento a seconda del modello di metal detector e da come è regolato ed implica il modo operativo “motion”. Ciò spiega perché si dice che alcuni metal detectors hanno un modo operativo “TRUE NON MOTION” (Vero Non Movimento); significa, naturalmente, un modo “ALL METAL” senza la funzione S.A.T.
Un’altra cosa abbastanza confusa è il fatto che alcuni discriminatori permettono una regolazione al di sotto del punto dove vengono rilevati tutti i metalli: in poche parole è un discriminatore che non discrimina. Esso è qualcosa di molto diverso dal modo ALL METAL precedentemente descrittto. Per questa ragione spesso lo si definisce come un ZERO DISC mode.

Controllo a microprocessore : Il microprocessore è un circuito elettronico complesso in grado di effettuare tutte le operazioni logiche, aritmetiche e di controllo necessarie per realizzare un computer. Una sequenza di istruzioni residenti in memoria (PROGRAMMA) viene eseguita dal microprocessore, una alla volta, ad una velocità che può essere anche di milioni di passi al secondo.
L’uso del microprocessore nel campo dei metal detector ha aperto nuove possibilità nemmeno immaginabili solo alcuni anni fa. Nel passato, l'’ggiunta di una nuova funzione in un metal detector significa l'’aggiunta fisica di una manopola e di deviatori. Erano ovviamente dei limiti a questo tipo di approccio lo spazio, il costo e la confusione generata nell’utilizzatore. Con un microprocessore, un display a cristalli liquidi e una semplice tastiera il problema è stato risolto. Un numero virualmente illimitato di funzioni possono essere eseguite senza aggiungere ulteriore componentistica sul pannello. Queste funzioni possono essere gestite da un sistema di MENUS, così che chiunque possa seguire il cursore sul display raggiungere la funzione che si desidera impostare o modificare. Si potrebbe pensare che ciò sia un pò complicato; cosa fare se non si vuol essere infastiditi da tutte queste regolazioni da fare? Ecco la bellezza dei controlli a microprocessore; non devi fare nulla. Ogni controllo può essere può essere regolato su un valore tipico dal microprocessore ogni volta si accende lo strumento, così che il principiante o l’utilizzatore occasionale non sono costretti a conoscere tutte le funzioni avanzate che ci sono. O ancora meglio, si possono selezionare regolazioni caratteristiche, gia impostate, tramite menu, ( ricerca monete, prospezione per oro, ricerca antichità, ecc.) e il microprocessore eseguirà tutti gli aggiustamenti necessari , scegliendo delle regolazioni che sono state approntate da ricercatori molto esperti.
In aggiunta a questi vantaggi, delle potenti routine software possono essere usate per migliorare le capacità di discriminazione audio e per visualizzare informazioni in una varietà di formati su un LCD, rendendo l’interpretazione della risposta del bersaglio più veloce e facile.


(P.I.) Pulse Induction

Trasmettitore : La bobina di ricerca di un metal detector ad induzione ad impulsi (Pulse Induction) è molto semplice se comparata con quella di un metal detector VLF. Un singolo avvolgimento è usato sia da bobina trasmittente che ricevente.
Il circuito di trasmissione consiste di un semplice commutatore elettronico che connette questa bobina attraverso la batteria nel metal detector. La resistenza della bobina è molto bassa, per cui permette lo scorrimento di una corrente di alcuni ampere. Anche se la corrente è molto alta, il tempo per cui scorre è molto breve. Un metal detector P.I. trasmette un impulso di corrente, quindi si spegne e successivamente ne trasmette un altro e cosi’ via. Il DUTY CYCLE, la percentuale di tempo in cui l’impulso è attivo rispetto al tempo in cui è spento, è tipicamente del 4%. Questo previene effetti di surriscaldamento della bobina e riduce il consumo della batteria. La velocità di ripetizione degli impulsi (frequenza di trasmissione) di un tipico P.I. è di circa 100 impulsi al secondo. Sono stati prodotti modelli da un minimo di 22 a un massimo di alcune migliaia di impulsi al secondo. Frequenze più basse solitamente significano più grande potenza trasmessa. La corrente trasmessa scorre per un tempo più alto ad ogni impulso, tuttavia ci sono meno impulsi per secondo. Frequenze più alte significano un impulso trasmesso più corto e minor potenza, tuttavia ci sono più impulsi per secondo. Frequenze più basse tendono a raggiungere maggiori profondità e grande sensibilità per oggetti fatti di argento, però sono meno sensibili al nickel e leghe di oro. Tali frequenze producono una risposta molto lenta del bersaglio per cui richiedono una velocità di scansione della bobina molto lenta. Frequenze più alte sono più sensibili al nickel e leghe di oro ma hanno meno sensibilità per l’argento. Non penetrano molto a fondo come le frequenze basse per quanto riguarda l’argento, però possono essere usate con una scansione della bobina più veloce. I modelli a frequenza più alta sono in genere più prestanti per la ricerca di tesori perché la scansione veloce permette di esplorare più superficie in un dato lasso di tempo e sono più sensibili agli oggetti più ricercati in spiaggia: gioielli d’oro. Come detto prima una tipica bobina di un P.I. contiene un singolo avvolgimento che serve sia da trasmettitore che da ricevitore. Il trasmettitore opera in maniera simile al sistema di ignizione di un’automobile. Ogni volta che un impulso di corrente è commutato nella bobina genera un campo magnetico. Non appena la corrente va giù, il campo magnetico attorno la bobina improvvisamente collassa. Quando avviene ciò, un picco di tensione di alta intensità e polarità opposta si forma attraverso la bobina. Questo picco di tensione è chiamato “forza contro elettromotrice”. In un’automobile sarebbe l’alta tensione che accende le candele. Il picco di tensione in un P.I. è solitamente intorno ai 100 – 130 volt d’ampiezza e molto stretto come durata, meno di 30 milionesimi di secondo. In un P.I. detector esso viene chiamato “impulso riflesso”.

Ricevitore : Una resistenza è messa attraverso la bobina per controllare il tempo che l’impulso riflesso impiega per cadere a zero. Con una resistenza troppo alta, l’impulso potrebbe oscillare. Il risultato è simile a far cadere una palla di gomma su una superficie dura, essa rimbalzerà alcune volte prima di fermarsi. Se viene usata una resistenza troppo bassa il tempo di smorzamento aumenterà e causerà l’allargamento dell’impulso riflesso. Sarebbe come far cadere una palla di gomma su un cuscino. Si deve ottenere un impulso riflesso con un tempo di smorzamento critico, come se si dovesse far cadere una palla di gomma su un tappeto, quindi senza rimbalzare né afflosciarsi. Una bobina P.I. ottiene questo punto di smorzamento critico quando l’impulso riflesso cade rapidamente a zero senza rimbalzare. Una bobina che fa rimbalzare l’impulso o lo “affloscia” causerà instabilità e/o nasconderà i metalli a più veloce conduttività come oro, riducendo inoltre la profondità di ricerca. Quando un oggetto si trova vicino alla testa di ricerca, immagazzinerà parte dell’energia dell’impulso riflesso e quindi aumenterà il tempo che l’impulso impiega per andare a zero. La variazione in larghezza dell’impulso riflesso dovuta ad un oggetto metallico è comparata con quella del segnale trasmesso. Per rivelare un oggetto metallico dobbiamo occuparci della porzione dell’impulso riflesso nel mkmento in cui cade a zero. La bobina trasmittente è accoppiata al ricevitore attraverso una resistenza e un diodo. Il diodo limita la quantità di tensione trasmessa che raggiungerà il ricevitore a meno di 1 volt, in modo da non sovraccaricare il ricevitore stesso. Il segnale dal ricevitore contiene sia l’impulso trasmesso che quello riflesso. Il ricevitore ha un guadagno tipico di 60 decibel, il che significa che l’area dove l’impulso riflesso cade a zero viene amplificata di 1000 volte.

Circuito di campionamento ( Sampling Circuit) : Il segnale amplificato, in uscita dal ricevitore, viene collegato ad un circuito a commutazione che campiona la porzione riflessa dell’impulso appena raggiunge lo zero. L’impulso riflesso viene comparato ad una serie di impulsi alla frequenza di trasmissione. Quando un oggetto metallico si trova vicino alla bobina, la parte del segnale trasmesso rimane invariata mentre la parte riflessa dell’impulso diventa più larga. L’oggetto metallico immagazzina parte dell’energia elettrica dall’impulso trasmesso e aumenta il tempo di caduta a zero dell’impulso riflesso. Un aumento nella durata di pochi milionesimi di secondo è sufficiente per permettere la rilevazione dell’oggetto. L’impulso riflesso è campionato con un commutatore elettronico controllato da una serie di impulsi che sono sincronizzati con il trasmettitore. Il punto di campionamento più sensibile sull’impulso riflesso è il più vivino possibile al punto dove esso raggiunge lo zero. È tipicamente sui 20 milionesimi di secondo dopo che il trasmettitore si spegne e inizia l’impulso riflesso. Sfortunatamente, questa è anche la zona dove un P.I diventa instabile. Per questa ragione parecchi modelli di detector P.I. campionano l’impulso riflesso a 30 o 40 milionesimi di secondo, ben dopo che l’impulso riflesso cade a zero.

Integratore : Per rilevare un oggetto il segnale campionato deve essere convertito in una tensione continua. Ciò è fatto da un circuito chiamato “integratore”. Esso fa la media degli impulsi campionati e fornisce una tensione di riferimento. Questa tensione aumenta quando un bersaglio è vicino alla bobina e decresce quando se ne allontana. La tensione continua viene amplificata e controlla il circuito audio di uscita che aumenta in tono e/o in volume per segnalare la presenza di metallo. La costante di tempo dell’integratore determina quanto velocemente il detector risponderà ad un oggetto metallico. Una costante di tempo lunga (nella gamma dei secondi) ha il vantaggio di ridurre il rumore e rendere il detector facile da sintonizzare. Tempi lunghi della costante richiedono una spazzolata molto lenta poiché un bersaglio potrebbe essere mancato se la bobina passasse troppo velocemente su di esso. Costante di tempo più breve (gamma di decimi di secondo) aumentano la velocità di risposta al bersaglio. Ciò permette una spazzolata più veloce, tuttavia aggiunge più rumore e instabilità.

Discriminazione : I metal detector P.I. non hanno lo stesso grado di discriminazione di quelli VLF.
Aumentando il periodo di tempo tra lo spegnimento del trasmettitore e il punto di campionamento (ritardo dell’impulso), alcuni metalli possono essere discriminati. Fogli di alluminio saranno i primi ad essere rifiutati, seguiti dal nickel, strappi di lattina e oro. Alcune monete possono essere rifiutate con un ritardo di campionamento molto lungo, tuttavia il ferro NON può essere discriminato. Ci sono stati molti tentativi di costruire un detector P.I. che possa rifiutare il ferro ma queste prove hanno dato risultati minimi. Il ferro è rilevabile con ritardi di campionamento molto lunghi, però anche l’argento e il rame hanno questa caratteristica. Inoltre tempi di campionamento lunghi influenzano negativamente la profondità di ricerca. La mineralizzazione del terreno causerà un allargamento dell’impulso riflesso e di conseguenza cambierà il punto in cui un metallo risponde o viene rifiutato. Se il ritardo è regolato in modo tale per cui un anello d’oro non risponda in aria, lo stesso anello potrà rispondere invece in un terreno mineralizzato. I terreni mineralizzati, perciò, cambiano tutto riguardo il ritardo dell’impulso e la discriminazione di un metal detector P.I.

Bilanciamento del terreno : Il bilanciamento del terreno mentre è molto critico per un detector VLF, non è necessario con un P.I. La mineralizzazione media del terreno non immagazzinerà una quantità apprezzabile di energia dalla bobina di ricerca e solitamente non produrrà un segnale. Questi terreni non nasconderanno il segnale di un oggetto sepolto. Al contrario, la mineralizzazione del terreno aggiungerà una lieve quantità alla durata dell’impulso riflesso aumentando la profondità di ricerca. Il termine “automatic ground balance” viene spesso applicato a un detector P.I. perché normalmente esso non reagisce alla mineralizzazione e non vi sono regolazioni esterne per specifiche condizioni di suolo.

Sintonia metalli automatica / manuale : La maggior parte dei detector P.I. sono sintonizzati manualmente. Questo significa che l’operatore deve regolare una manopola finchè un ronzio o clicchettio giunge al suo orecchio. Se le condizioni di ricerca cambiano, la sintonia deve essere regolata di nuovo. Regolare malamente la sintonia significa perdere in profondità e mancare dei bersagli. La sintonia manuale è molto difficile con costanti di tempo d’integrazione brevi, perciò molti modelli a sintonia manuale usano costanti di tempo lunghe e la testa di ricerca deve essere mossa lentamente. Questo non è un problema quando il detector è usato sott’acqua, poiché la bobina non potrebbe comunque essere mossa velocemente. Quando usato sulla linea limite, dove la bobina entra ed esce dall’acqua, un P.I a sintonia manuale è molto frustante da usare. L’operatore deve continuamente sintonizzare per mantenere una soglia accettabile. Alcuni lo regolano appena al di sotto della soglia, tuttavia con ciò può risultarne una riduzione della profondità quando le condizioni del suolo cambiano. La sintonia automatica, o SAT (Self Adjusting Threshold) offre un vantaggio significativo quando si cerca sull acqua u su terreni mineralizzati. Il SAT aiuta a tenere il detector alla massima sensibilità senza richiedere continue regolazioni manuali, migliora la stabilità, riduce il rumore e permette di usare più alti guadagni nei settaggi. Un detector P.I non emette un forte segnale negativo come un VLF, per cui non si sovraccarica su mancanze improvvise di mineralizzazione. Con il SAT la bobina deve essere tenuta in movimento mentre si cerca. Fermarsi su un bersaglio significa mandare fuori sintonia il SAT o terminare la risposta.

Circuiti audio : I circuiti audio di un metal detector P:I: cadono in due categorie: a variazione di tono e a variazione di volume. L’audio a variazione di tono, VCO (Variable Controlled Oscillator) ha il vantaggio che i deboli segnali possono essere percepiti più facilmente in quanto è più semplice sentire una variazione di tono piuttosto che volume. Parecchi cercatori preferiscono un audio più convenzionale che aumenta in volume invece che in tonalità al rilevamento di un segnale. Questo sistema audio lavora meglio con un detector P.I. che ha una risposta al bersaglio veloce e la sintonia automatica ( SAT). La sintonia automatica rende la risposta e il suono di un P.I. simile a quelli di un VLF. I detector Pulse Induction (P.I.) sono strumenti specializzati. In genere non sono adatti alla ricerca di monete in aree urbane perché non hanno la capacità di identificare e rifiutare oggetti di ferro. Possono essere usati per la ricerca di antichità in aree rurali dove i rifiuti di ferro non sono presenti in grande quantità o addirittura si desidera trovarli. Questi strumenti sono concepiti per raggiungere la massima profondità in condizioni di ricerca estreme, come su spiagge di acqua salata e terreni altamente mineralizzati. In queste condizioni i metal detector P.I. forniscono prestazioni superiori se comparati ai modelli VLF, particolarmente nella capacità di essere insensibili alla mineralizzazione di molti tipi di terreno e di penetrarli alla massima profondità. (FONTE Mark Rowan & William Lahr)
view post Posted: 20/6/2016, 11:56     +1ESPLOSIVI ECCO COME SONO COMPOSTI - Munizionamento e armi
Cos'é un'esplosione? Semplice; non é altro che la decomposizione chimica di una sostanza esplosiva. In pratica la combustione di una sostanza solida o liquida che avviene in modo fulmineo e con un elevato aumento di temperatura e di pressione dei gas. Per “esplosivi”, comunemente detti anche “sostanze esplosive”, si intendono tutti quei composti che per effetto di una giusta causa esterna (un urto, una scintilla, una scarica elettrica ecc. ecc.) bruciano rapidissimamente, cioé esplodono.

Gli esplosivi si dividono in tre categorie: i composti, le miscele ed i miscugli. I composti sono tutti quei composti chimici specificatamente concepiti come esplosivi. Le miscele sono invece una unione di sostanze esplosive e non, che insieme creano un tipo di esplosivo specifico.I miscugli sono una unione di sostanze non esplosive che però amalgamate insieme creano un tipo di esplosivo specifico.Le caratteristiche di tutti gli esplosivi sono quelle di essere esotermici ed autosostenenti. Esotermici significa che generano calore. Autosostenenti significa che al loro interno vi sono tutti gli elementi per bruciare da soli. Ciò é garantito dal fatto che gli elementi chimici che li compongono possiedono un elemento comburente, ossia l'ossigeno e degli elementi combustibili, che possono essere alluminio, zolfo, idrogeno e carbonio.Poi vi sono altre tre caratteristiche “tecniche” possedute da tutti gli esplosivi. Due di queste caratteristiche sono la sensibilità e la stabilità. Alcuni esplosivi possono dimostrarsi molto sensibili al maneggio ed alla lavorazione, nonché a qualsiasi forma di attrito o di urto. In questi casi l’esplosivo viene definito “instabile”. Per poter lavorarci in sicurezza bisogna mischiare all’esplosivo delle sostanze che servono per renderlo “stabile”, senza tuttavia modificarne o alterarne il potenziale. Queste sostanze sono definite “flemmatizzanti”. Le sostanze flemmatizzanti sono delle sostanze inerti che mischiate all’esplosivo ne rallentano la combustione, facendola avvenire in modo uniforme e rendendo la sostanza inalterabile. Ossia stabilizzandola, modificando le caratteristiche stesse dell’esplosivo. Questo rende l’esplosivo insensibile agli sbalzi climatici e luminosi e meno sensibile agli urti. Quindi l’esplosivo si può definire “stabile”. Una terza caratteristica é la potenza. La potenza é data dall’insieme degli effetti prodotti dall’esplosivo, che sono tre: luminoso, termico e meccanico.Gli effetti luminoso e termico sono dati dalla combustione istantanea che crea un lampo e genera un intenso calore (vampa).L'effetto meccanico, definito anche velocità di detonazione, é dato invece dalla velocità di espansione dei gas, prodotti dalla combustione, che generano un'onda d'urto che si espande in ogni direzione. La potenza dipende principalmente da questo, in quanto più é rapida la velocità tanto minore é la quantità di calore che viene dispersa, quindi il calore che perdura aumenta la temperatura dei gas di esplosione. Per intenderci meglio, l'effetto meccanico é ciò che nelle bombe (a mano, da mortaio, d’aereo, ecc. ecc.) crea il brisamento, ossia il disintegrarsi dell'intera struttura della bomba in decine e talvolta in centinaia di schegge letali.Le due categorie più conosciute in cui tutti gli esplosivi esistenti vengono suddivisi in base alla velocità che raggiungono i gas generati durante la loro combustione, sono gli esplosivi deflagranti e gli esplosivi detonanti.

I deflagranti bruciano ad una velocità compresa tra i 100 ed i 1000 metri al secondo, sono detti anche “lenti”. La combustione della sostanza avviene in modo progressivo, propagandosi attraverso di essa per linee concentriche e parallele. Questi esplosivi, tra i quali rientrano tutte le polveri da sparo, producono solo pressione di gas. Nella maggior parte dei casi vengono impiegati per le cariche di lancio dei proiettili d'artiglieria e nelle cartucce. Gli esplosivi deflagranti si innescano abbastanza facilmente, bastano una scintilla o uno sfregamento accidentale per far si che brucino. Pertanto occorre maneggiarli e conservarli con particolare attenzione, anche perché l'umidità e l'acqua li danneggiano in modo irreparabile. L'aspetto esteriore di questi esplosivi é quello di un insieme di piccoli grani dalle forme e dimensioni più svariate.

I detonanti sono invece molto più potenti. Bruciano a velocità elevatissime, dai 1000 sino ai 9000 metri al secondo. La combustione genera subito un onda d'urto, le cui onde, dette linee di forza, si spostano fulmineamente in linea retta attraversando l'intera massa della sostanza esplosiva, partendo dal punto in cui viene innescata sino a raggiungere la parte opposta. L'onda d'urto generata spinge verso l'esterno tutto ciò che incontra, trasmettendo l'esplosione anche ad eventuali altri esplosivi posti nelle vicinanze. Questa é la così detta esplosione per influenza o “per simpatia”. Allo stesso modo qualsiasi oggetto viene da essa investito viene accellerato in maniera fulminea, diventando una scheggia letale.Al termine dell'espansione dei gas si manifesta un'onda retrograda, creata dal risucchio del vuoto d'aria verificatosi, che viaggia ad una velocità quasi uguale alla precedente, ma ovviamente in senso contrario, aumentando così l’effetto distruttivo dell’esplosione.Primari e secondari. Gli esplosivi detonanti si dividono tra questi due tipi. I detonanti primari sono degli esplosivi molto sensibili, (chiamati anche esplosivi da innesco) che vengono utilizzati nei detonatori. Si tratta di un tipo di esplosivo sensibilissimo la cui funzione é quella di trasmettere l'esplosione a quantitativi molto maggiori di altri tipi di esplosivi, sia detonanti che deflagranti. Questa é la funzione che svolge appunto il “detonatore”. Il Fulminato di Mercurio, l'Azoto Idrato e lo Stifnato di Piombo sono i più utilizzati per questa funzione. A differenza dei primari e dei deflagranti, gli esplosivi detonanti definiti secondari ben difficilmente si innescano accidentalmente. Infatti occorre raggiungere pressioni e/o temperature d'accensione elevatissime. Persino con temperature di 180/230 gradi si otterrebbe solo di veder bruciare la sostanza senza che questa esploda. L'aspetto esteriore di questi esplosivi é quello di una materia solida, che può essere di vari colori e che può essere confezionata o lavorata in varie forme.Vediamo ora quali sono le fasi dei un esplosione, ossia la catena incentiva. Da una causa esterna (un urto, una scarica elettrica, l'accensione di una miccia, un percussore) si causa l'esplosione del detonatore, il quale trasmette istantaneamente l'esplosione alla carica principale. In base al tipo di esplosivo impiegato per quest'ultima ed all'arma nella quale viene utilizzato, otteniamo la partenza di un proiettile o la distruzione del contenitore in cui si trova l'esplosivo.

Le Miccie. L’impiego della miccia é il metodo più antico con cui si dava inizio alla catena incentiva per far scoppiare un miscuglio esplosivo. Inizialmente era una semplice corda di canapa bollita in acqua salata (infatti la miccia viene ancora oggi chiamata anche “corda”). Una volta asciutta bruciava da un capo all’altro molto lentamente. Al giorno d’oggi é cambiato tutto e l’unica cosa che accomuna le miccie antiche a quelle attuali é solo il nome. Attualmente le modene miccie si presentano come una sorta di cordoncino gommato di vari colori con all’interno un’anima di esplosivo deflagrante o detonate, a seconda della sua destinazione d’uso. Il colore esterno e le scritte sopra di esso ne identificano le caratteristiche. Inoltre le moderne miccie possono bruciare anche sott’acqua, qualora le estremità sono protette dalle infiltrazioni.Le miccie si suddividono in queste tre tipologie:

• Miccie a lenta combustione;
• Miccie a combustione rapida;
• Miccie detonanti.
Le miccie a lenta combustione sono composte da un’anima di Polvere Nera, mescolata con sostanze ritardanti, racchiusa da una reticella di juta, la quale é a sua volta ricoperta da un’altra reticella impermeabilizzata con della plastica o dei derivati del catrame. Si può accendere con una fiamma o un’altra fonte incandescente. La velocità di combustione di queste miccie di circa un centimetro al secondo.Le miccie a combustione rapida sono di concezione simile alle precedenti ma con all’interno delle sostanze ritardanti volutamente di minor efficacia. La velocità di combustione di quest’altre miccie é compresa tra i 30 ed i 150 metri al secondo.Le miccie detonant hanno in comune con le altre due solo l’involucro, più o meno simile ed al loro interno si trova dell’esplosivo detonante. Pertanto non possono venir impiegate per innescare degli altri esplosivi, ma servono invece per far detonare due o più cariche esplosive contemporaneamente. Infatti la miccia detonante esplode istantaneamente tutta insieme. Tra le miccie detonanti rientrano anche le miccie a carica cava, che servono per direzionare l’esplosione in modo tale da poter tagliare determinati materiali o strutture.

La Storia degli esplosivi.

La prima sostanza esplosiva (che poi é un miscuglio) di cui si é venuti a conoscenza é la Polvere Nera. A chi attribuire la sua invenzione non é cosa facile, di certo sappiamo che i Cinesi, nel nono secolo dopo Cristo, utilizzavano una sua variante per creare dei fuochi artificiali. Ma anche altri personaggi e popoli ne rivendicano la paternità. Sino al 1400 l'utilizzo in campo bellico fu estremamente limitato a causa delle sue primitive caratteristiche. La Polvere Nera era all'epoca un miscuglio pulvirento di salnitro (Nitrato di potassio), carbone di legna e zolfo, che venivano miscelati tra di loro in percentuali che variavano in base a scelte (o studi?) non troppo chiari, con il risultato che non sempre la polvere esplodeva. Inoltre era anche difficile da trasportare e conservare. Infatti gli scuotimenti generati durante il trasporto tendevano a separare i tre componenti in base al loro diverso peso molecolare e le botti di legno, in cui veniva conservata, lasciavano penetrare l'umidità, che danneggiava irrimedibilmente la polvere.All'inizio del 1400, la Polvere Nera inizia ad essere prodotta in grani, riuscendo quindi a risolvere tutti i problemi relativi al suo stoccaggio ed ai vari tipi di utilizzo che se ne doveva fare, riuscendo persino a regolarne la vivacità variando le dimensioni dei grani. Infatti i grani più sono grossi e più lentamente bruciano, diminuendo così la violenza dell'esplosione. Bisogna aspettare sino alla seconda metà del 1800 per vedere una serie di importanti scoperte, che portano a delle notevoli evoluzioni nel campo degli esplosivi.Il 1846 é un anno importante. Il chimico tedesco Christian Schonbein inventa la Nitrocellulosa, una sostanza che sarà la base di tutta una serie di esplosivi, tra i quali il Fulmicotone e contemporaneamente il chimico piemontese Ascanio Sobrero inizia a definire la formula di uno degli esplosivi più famosi al mondo: la Nitroglicerina, la cui scoperta viene ufficialmente annunciata l'anno successivo. Una delle caratteristiche della Nitroclicerina é la sua estrema sensibilità, basta uno sbalzo di temperatura di pochi gradi centigradi o un lieve urto per farla scoppiare. Una carattristica che costò la vita a molte persone che la maneggiarono ed ai chimici che tentarono di produrla e di stabilizzarla. Un'operazione in cui riuscirà, nel 1863, il chimico svedese Alfred Nobel, una delle menti più accelse nel campo delle sostanze esplosive. Oltre che alla stabilizzazione ed alla produzione su scala industriale della Nitroglicerina, a lui si devono anche altre importantissime scoperte. La Dinamite nel 1867 e le Gelatine Esplosive nel 1875, derivate entrambe dalla Nitroglicerina. Un'ulteriore dimostrazione del genio di Nobel é che anche questi due composti si prestano per fare da base a tutta una serie di moderni esplosivi. Cosi come l'ultima sua importante scoperta: la Balistite, la prima polvere da sparo senza fumo. Nata nel 1889, la Balistite, é composta da Nitrocellulosa e da Nitroglicerina, con l'aggiunta di un flemmatizzante (solitamente del Cotone Collodio) e nasce proprio come polvere da sparo per le cartucce delle armi portatili. Nello stesso anno, in Inghilterra, Frederick Abel inventa la Cordite. Ideata anch'essa come carica di lancio per i proiettili, la Cordite, il cui nome deriva dal fatto che viene prodotta in filamenti, sviluppa un calore di combustione minore della Balistite, proponendosi come valida alternativa per caricamenti che richiedano energie propulsive diverse. Nel giro di poco tempo la Balistite e la Cordite subentreranno completamente alla Polvere Nera. Quest'ultima, con il passare degli anni, sarà sempre di più relegata ad impieghi secondari e di minor conto. Ma torniamo un attimo indietro. Il 1863 é un anno importante anche per il chimico tedesco Wilbrandt. Infatti é in questo anno che si iniziano a gettare le basi per quello che é l'esplosivo più utilizzato in campo mondiale: il Tritolo. Conosciuto anche con i nomi di T.N.T. (trinitrotoulene), Tolite e Trotyl, il Tritolo nasce ufficialmente alla fine del 1800 ed é tuttora uno degli esplosivi detonanti più potenti. La velocità di espansione dell'onda d'urto é di 7600 m/sec. ed inoltre ha molti vantaggi: non si altera a contatto con i metalli, é insolubile, può essere fuso ed é estremamente malleabile. Lo si ottiene nitrando il toluene e mischiandolo con l'acido solforico e l'acido nitrico. Il suo aspetto é quello di un sapone cristallizzato di colore giallo/grigio o giallo/bruno. Per tutto il ventesimo secolo il Tritolo é stato e viene tuttora utilizzato per il caricamento di ogni tipo di proiettile d'artiglieria, cariche da demolizione, bombe d'aeroplano ed anche per le bombe a mano.Solo in tempi più recenti, in alcuni ordigni prodotti negli Stati Uniti e nei paesi della Nato, si é preferito impiegare altri esplosivi più moderni, quali il Compound B o il RDX, conosciuto anche come T4. E' curioso come quest'ultimo esplosivo sia subentrato al Tritolo solo ultimamente, pur essendo più vecchio d'età. Infatti il T4 deriva dalla Ciclonite, un composto che risale al 1888 e che all'epoca era troppo instabile e costoso per poterlo impiegare, pur essendo più potente del Tritolo. Chiamato dai tedeschi Hexogen e dagli italiani Esogene, il T4 incominciò ad essere utilizzato negli anni '30 per produrre il Torpex, un potente esplosivo che, durante la Seconda Guerra Mondiale, venne usato specialmente in campo aeronautico e navale per mine, siluri e bombe di profondità. Il T4 viene impiegato anche per i comuni detonatori.Un discorso a parte meritano invece gli esplosivi con caratteristiche prettamente incendiarie. Questi non sono, come alcuni credono, delle sostanze esplosive particolari. Ma sono semplicemente delle sostanze dalle spiccate caratteristiche incendiarie. Il Fosforo o la Termite sono le più utilizzate

.Caratteristiche degli esplosivi detonanti più diffusi

.Acido Picrico (alias Trinitrofenolo, Melinite o Ecrasite). Scoperto dal chimico Haussmann nel 1781, l’acido Picrico venne impiegato, pur essendo velenoso per l’uomo, come colorante e come medicamento sino al 1871, quando il chimico Sprengel ne scoprì le notevoli proprietà esplodenti, ben 8100 m/s. Malgrado che in natura é molto stabile, a contatto con la maggior parte dei metalli forma dei picrati sensibilissimi agli urti e quindi molto pericolosi. Le bombe a mano caricate con l’Acido Picrico devono avere l’interno stagnato o nichelato (gli unici metalli che non vengono intaccati), oppure necessitano di uno spesso strato di smalto. Si presenta in cristalli di colore giallo chiaro o paglierino.

Amatol (alias Amatolo). Si tratta di una miscela di Tritolo e Nitrato di Ammonio. In base alla percentuale di miscelazione si modifica la sua potenza. La sigla 80/20 (80% di Nitrato e 20% di Tritolo) o altre indicano le percentuali di miscelazione. In qualsiasi percentuale mantiene comunque delle ottime caratteristiche dirompenti.

Ammonal. Venne impiegato principalmente dagli eserciti inglese ed austroungarico nella Prima Guerra Mondiale. Deriva da un miscuglio di Nitrato di Ammonio, polvere di Alluminio e Carbone. Risente molto dell’umidità, che tende a decomporlo. Si presenta di colore grigio lucido.

Azotidrato di piombo. Viene utilizzato principalmente nei detonatori. E’ un esplosivo detonante primario, di colore bianco opaco, più potente del Fulminato di mercurio, ma meno sensibile. Si usa da solo o miscelato con lo Stifnato di piombo. Se viene compresso aumenta di potenza. Si presenta come una serie di lunghi aghi cristallini ed incolori.

Baratol. Venne usato principalmente degli inglesi per gli ordigni destinati al fronte asiatico e tropicale. Deriva dal Amatol, ma ha delle migliori caratteristiche di resistenza all’umidità.

Binitronaftalina. Tipo di esplosivo derivato dalla Nitronaftalina o dai Nitrotoluoli. Le sue caratteristiche sono simili al Tritolo, ma é di potenza di poco inferiore.

C4 (alias “Plastico”). Può presentarsi in vari colori, dal bianco opaco al grigio scuro, ma assume sempre l’aspetto di una pasta molto malleabile grazie all’alta percentuale di paraffina. Mantiene le caratteristiche dirompenti della Pentrite dalla quale deriva.

Cheddite. Si tratta di un gruppo di miscele esplosive a base di Clorati che prendono il nome dalla città francese di Chedde, dove vennero inizialmente preparate. Sono di notevole potenza, quasi totalmente igroscopici e piuttosto plastici, ma anche molto sensibili. Si presentano di colore grigio con striature nere.

Ciclonite (alias C6). Scoperto in Inghilterra nel 1888, pur avendo un elevato potere dirompente, non venne impiegato a causa della sua instabilità e dell’alto costo di produzione. Solamente molti anni dopo si riusci a trovare un adeguato flemmatizzante ed il modo di produrlo a basso costo. Attualmente viene utilizzato come base per altri tipi di esplosivi.

Compound B (alias Composto B). Si tratta di una miscela in percentuali specifiche di Tritolo e RDX. Il risultato é un tipo di esplosivo plastico più potente del tradizionale Tritolo e di costo comunque contenuto. Attualmente é molto usato nelle moderne bombe a mano.

Dinamite. Esplosivo tra i più noti, la Dinamite non é altro che della Nitroglicerina flemmatizzata e che ne mantiene le caratteristiche dirompenti. L’esplosione avviene solo con l’impiego di un detonatore. La dinamine, essendo solida, viene comunemente confenzionata in candelotti di vario peso.

Echo. Usato degli Italiani della Prima Guerra Mondiale, lo si può definire una versione italiana del Ammonal, dal quale però differisce per la diversa percentuale degli elementi chimici che lo compongono. Anch’esso si presenta di colore grigio lucido.

Espolsivo “P”. Si tratta di un tipo di esplosivo a base di Perclorato di Ammonio utilizzato, in alcuni esemplari di bombe a mano, sia dai francesi che dagli italiani. Venne rapidamente soppiantato da altri esplosivi più sicuri ed efficaci.

Fosforo. Si può presentare in vari aspetti, ognuno corrispondente a delle specifiche caratteristiche. Il Fosforo bianco é il più usato, ha un aspetto cristallino, si conserva sott’acqua (ove continua a bruciare) e durante la combustione può raggiugere, in modo fulmineo, temperature intorno a 2700 gradi Celsius. Durante la combustione emette un fumo bianco denso. Se miscelato con il Solfuro di Carbonio o lo Zinco Dietile, il Fosforo bianco si incendia spontaneamente nel momento in cui viene in contatto con l’aria, lanciando faville incandescenti.

Il Fosforo rosso ha delle caratteristiche incendiarie minori e viene utilizzato più per scopi fumogeni. Anche il Fosforo Rosso può venire incendiato con il Solfuro di Carbonio o lo Zinco Dietile, usando solo una piccola quantità di esplosivo per aprire l’involucro della bomba.

Fulminato di mercurio. Viene utilizzato principalmente nei detonatori. E’ un esplosivo detonante primario, di colore bianco, molto sensibile specialmente se esposto alla luce, infatti si conserva al buio. Di solito non viene mai impiegato in quantità superiore ai 3 grammi. Inoltre deve essere maneggiato con cura essendo molto velenoso. Nell’acqua si decompone molto lentamente ed é inodore.

Gelatina Esplosiva. Anche questo esplosivo deriva strettamente dalla Nitroglicerina, di cui ne mantiene la potenzialità ma é molto più stabile. A differenza della Dinamite la sua consistenza ed il suo aspetto é gelatinoso, da qui il suo nome.

Lyddite. Esplosivo creato in Inghilterra, nel 1888, negli stabilimenti attigui al poligono militare di Lydd. Deriva dall’Acido Picrico, ma é molto più malleabile. Venne utilizzato nelle due guerre mondiali degli Inglesi.

M.A.B.T.. Miscela in parti specifiche di Tritolo e Binitronaftalina. Venne usato dagli Italiani nella Seconda Guerra Mondiale in quasi tutte le bombe a mano di produzione nazionale.

M.N.D.T. (alias Siperite). Miscela composta da Nitrato di Ammonio, Dinitronaftalina e Tritolo. Di colore giallo molto scuro era utilizzato degli Italiani della Prima Guerra Mondiale.

Nitranite. Esplosivo a base di Nitrato d’Ammonio utilizzato dagli italiani durante la Prima Guerra Mondiale.

Nitrocellolose. Si tratta di una intera famiglia di esplosivi che in base alle loro diverse caratteristiche vengono impiegati per la produzione di altri tipi di esplosivi, tra cui le polveri da sparo.

Nitroglicerina. Si tratta del più famoso degli esplosivi detonanti, fama tristemente dovuta alla sua estrema pericolosità. Infatti la Nitroglicerina pura é molto instabile e può essere utilizzata in sicurezza solo con l’aggiunta di un flemmatizzante. Da essa discendono appunto vari altri esplosivi come la Dinamite e le Gelatine Esplosive.

Nitroglicole. Questo potente esplosivo discende sommariamente dalla Nitroclicerina, ma é più stabile e meno sensibile resistendo bene all’umidità ed al gelo.Pentrite. Esplosivo tra i più potenti (8.400 m/s circa), ma molto sensibile agli urti, si presenta di colore bianco chiaro. Viene utilizzato nelle miccie detonanti e nella
preparazione del C4 e della Pentrinite, una miscela molto dirompente di Pentrite e Nitroclicerina.

Polvere Nera. La Polvere Nera é attualmente un miscuglio di Nitrato di potassio (75%), carbone vegetale (15 - 12%) e zolfo (10 - 13%), che vengono miscelati tra di loro in percentuali che variavano in base alla dimensione dei grani che si vogliono ottenere. Viene ancora utilizzata nelle miccie, come propellente e nei fuochi artificiali. E’ molto sensibile all’umidità ed all’acqua.

RDX (alias T4, Hexogene, Composition A o Esogene) Sigla del potentissimo esplosivo derivato dalla Ciclonite e di potenza superiore al tritolo. Totalmente igroscopico e perfettamente stabile si presenta come una sostanza cristallina di colore biancastro. Se mischiato con una percentuale di vaselina assume delle caratteristiche plastiche e leggermente oleoso

Stifnato di piombo. Viene utilizzato principalmente nei detonatori. Le sue caratteristiche sono le medesime del Azotidrato di Piombo, ma si presenta di colore rosso scuro.

Termite. La Termite é una miscela di polvere d’Alluminio, Ossido di Ferro e Sabbia. Una volta accesa in un punto qualsiasi continua a bruciare da sola, progredendo nell’infiammazione in modo travolgente e può raggiungere temperature prossime ai 4000 gradi Celsius. In esigui quantitativi (come all’interno delle bombe a mano) le temperature superano di poco i 2100 gradi, una gradazione capace comunque di distruggere qualsiasi cosa. Si ritene che la Termite sia in grado di penetrare 12 mm. di acciaio omogeneo ed inoltre continua a bruciare anche se immersa nell’acqua. Per la sua accensione vengono usati dei detonatori specifici.

Torpex. Si tratta di una miscela in percentuali specifiche di Tritolo, Ciclonite e Polvere d’Alluminio. Fu impiegato principalmente nella Seconda Guerra Mondiale negli ordigni che necessitavano di una grande potenza esplodente.

Tritolo (alias TNT, Trotyl o Tolite). Il Tritolo é l’esplosivo più diffuso al mondo. Ciò é dovuto alla sue ottime caratteristiche di stabilità, malleabilità (fonde a 80° e si può colare in stampi di qualsiasi forma), non altera i metalli con cui é in contatto e non é igroscopico. Anche se immerso nell’acqua fredda non si decompone e si scioglie pochissimo nell’acqua molto calda. Inoltre non emana esalazioni venefiche. La velocità dell’onda d’urto é di 7600 m/s una delle più potenti all’epoca della sua scoperta.Nelle sue forme si presenta in cristalli di colore giallo chiaro e se in presenza di luce, con il tempo, diventa prima arancione e poi rosso scuro.Ultime nozioni di carattere culturale.Precedentemente si é parlato di detonatori e cariche cave. Vediamo esattamente cosa sono e, nel mentre, parliamo pure di fuochi artificiali e degli esploditori.

I detonatori.

Si dividono in detonatori comuni e detonatori elettrici. Entrambi si presentano come dei tubetti di metallo aperti solo sulla sommità. Al loro interno, partendo dalla base, si trova una piccola quantità di esplosivo detonante secondario, sovrastato da un’ancora più piccola quantità di esplosivo detonante primario. Nei detonatori elettrici vi é in più una testina elettrica, sigillata da un tappetto di gomma, che quanto riceve la tensione s”infiamma innescando l’esplosione, cosa che nei detonatori comuni avviene invece con la scintilla della miccia.

La carica cava.Con questo termine si indentifica una categoria di ordigni solitamente concepiti per penetrare delle opere fortificate e le corazze dei carri armati. La testata di un proiettile a carica cava é formata da un cono al cui interno é posta una carica esplosiva di forma conica anch’essa, ma disposta in modo concavo rispetto alla punta del proiettile. Questa insolita conformazione permette il verificarsi del “effetto Munroe” (dal nome del chimico americano Charles Edward Munroe, che ne scoprì l’effetto) al momento dell’eslosione. Un fenomeno chimico-fisico che accresce di dieci/venti volte le capacità di un esplosivo confezionato con tale forma, rispetto ad una carica convenzionale di uguale quantità. In pratica nel momento dell’esplosione la carica esplosiva così conformata genera un dardo convesso, ad altissima pressione e temperatura, che si concentra al centro del punto d’impatto penetrando spessori molto elevati di metallo omogeneo o cemento armato. Nella Seconda Guerra Mondiale sia il Panzerfaust tedesco, sia il Bazooka americano utilizzarono testate che sfruttavano questo effetto. Questa tecnologia é tuttora impiegata in molti missili anticarro e antimateriali.

Fuochi artificiali e petardi. Questi artifici pirotecnici rientrano tra gli esplosivi deflagranti e sono confezionati all’interno di un involucro di cartone o di plastica leggera. La composizione dell’artificio varia in base all’effetto luminoso che si vuole ottenere, così come il colore delle faville dipende dal tipo di minerale che viene mischiato alla polvere pirotecnica.La pericolosità dei fuochi artificiali é da sempre una delle cose più sottovalutate e la dimostrazione é la gran quantità di dita, mani ed occhi che vengono amputati ad ogni capodanno e carnevale.Quando i fuochi artificiali vengono prodotti da ditte autorizzate i rischi di maneggio sono piuttosto ridotti, a patto di leggere bene le istruzioni per l’uso. Quando vengono prodotti da presunti “artigiani” sono invece quanto di meglio per farsi veramente male.In virtù di ciò non bisogna MAI maneggiarli con faciloneria e soprattutto MAI e POI MAI tentare di riaccendere gli artifici ed i petardi inesplosi.

Esploditore. L’esploditore é quel attrezzo che si é visto migliaia di volte nei film e nei cartoni animanti e cioé quella scatola quadrata sovrastata da una leva a “T”, la cui distensione ed il successivo schiacciamento da inizio alla catena incentiva che porta alla detonazione di una carica esplosiva. Oggi la sua forma é un pò cambiata, ma funzionata sempre elettricamente e, più o meno, con il medesimo concetto.

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Edited by *SENECA* - 20/6/2016, 14:05
view post Posted: 19/6/2016, 17:10     +2TEST XP DEUS IN RICERCA VERA - Test metal detector
Questo video è stato fatto dall mio carissimo amico thomas piccozzino,la persona che mi ha fatto conoscere il nostro bellissimo hobby.Lui è da molti anni che cerca,come suo padre..insomma una malattia di famiglia :D possiede oltre che al deus,anche un mito e un excalibur,per quando va in vacanza al mare,ma lui è un cercatore puro di montagna e predilige gli stemmi e altre cose militari,escluso armi e munizioni..apriro un altro post piu avanti dove vi faccio vedere la sua invidiabile bacheca di ritrovamenti..il tutto autorizzato da lui,dato che sono tutti post che aveva postato sul mio vecchio sito.I video sono due,entrambi sul deus.Buona visione. ps i due video hanno la stessa presentazione grafica,ma sono diversi.
58 replies since 6/10/2011