| Vi riporto un passo del comico Balasso, che io sposo appieno.
Ma perché non dici qualcosa sul 25 aprile? Ma no, lo sanno tutti che è il 25 arpile... Ma devi dire qualcosa sul 25 aprile, sul coraggio, sulla resistenza. Ma lascia perdere. Ma insisto. Ok, dico qualcosa sul 25 aprile. Troverete su queste pagine chiunque parlare bene dei partigiani e chiunque parlare male dei partigiani. Chiunque parlare di resistenza e di liberazione, di americani e di tedeschi. Io vorrei porre l'accento su un fatto incontestabile, che poi è il motivo per cui da sempre mi scaglio, odiato da questi e da quelli, contro ogni forma di vuota retorica. Il fatto è questo: almeno l'80% di quelli che oggi inneggiano all'eroismo di combattenti e resistenti, fossero esistiti a quell'epoca, sarebbero stati mansuete pecore che cercavano il proprio miserevole campare, lasciando i tedeschi alla loro protervia e i partigiani ai rastrellamenti. Ma prima di arrivare alla guerra, tanto amata dagli amanti degli eroi, e alla sopraffazione, ci vuole tutto un lavoro di rancore, di odio dello straniero, di rassegnazione ai recinti. Li riconosci per strada, negli uffici, nei campi e nelle officine, li vedi nel tuo lavoro, i lecchini del potere, i procacciatori di raccomandazioni e favori, i mansueti adoratori dello status, i proni rassegnati alla scala sociale, i teorizzatori del "tantolecosevannocosì", gli scalatori del Monte della Merda. Togliete i partigiani dalle vostre bacheche, fosse stato per voi, oggi saremmo nazisti.
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