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| Molto interessante Aramis, conoscevo questo resoconto della RAE francese che tra l'altro edita notevoli volumi sui risultati delle ricerche in zone come Alsazia e Lorena, quelle che sto frequentando spesso in questi ultimi anni.
Davvero, la forma di questo tipo di campane per bestiame pare sia rimasta immutata da allora, sia nel materiale che nel tipo di lavorazione almeno fino alla fine del XIX sec.
Combinazione il mese scorso ero in quelle zone del nord est francese e nel versante più a nord ai confini con la Germania ho visitato vari musei e giacimenti archeologici di età gallo romana e celtica e davanti a molti oggetti esposti nelle loro belle teche ho avuto la stessa tua impressione. Ma poi anche un altra, la solita, quella un po' amareggiata di un italiano che visita musei e siti archeologici all'estero... Lo so la storia la conosciamo tutti ma concedetemi un'altro sfogo per ribadirla. Tutti questi luoghi anche se molto meno ricchi, interessanti ed estesi dei nostri sono molto ben curati, attrezzati e valorizzati, specialmente con attività finalizzate alla partecipazione attiva del pubblico, di studiosi e di appassionati. Non mi dilungo con le descrizioni delle innumerevoli attività e atelier vari a cui si può partecipare liberamente e spesso a titolo assolutamente gratuito. Questo coinvolgimento con attività pratiche rivolte a tutti secondo me è la formula giusta quella vincente per poter mantenere vivi anche solo quattro ruderi semi sepolti per estrarne l'essenza storica con fresca vitalità al fine di sviluppare un florido turismo culturale che sempre più nel nostro miope paese appare colpevolmente e stupidamente carente e aggiungerei spesso inesistente..
Saluti
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