Metal Detector per tutti

Posts written by ilterzonano

view post Posted: 4/3/2014, 12:35     Calibri francesi epoca 1859 - Munizionamento e armi
Visto che ogni tanto salta fuori anche questo argomento vediamo di approfondire.
Estrarre una cartuccia dalla canna senza avere sparato e inserirne una nuova, è descritto tra le molte altre cose nel “Journal militaire officiel” del 1° semestre 1854, p. 172
http://books.google.it/books?id=2rJDAAAAcA...epage&q&f=false
Nella “Instruction théoretique et pratique d'artillerie” del 1849 (anche 1860) p. 36
http://books.google.it/books?id=AgU0XpGoJT...epage&q&f=false
è descritto il cavapalle (tire-balle, tav. 4 fig. 31) di tipo vecchio che serviva anche da cava borra (tire-bourre) e il modello 1841 (tav. 4 bis fig. 25), quest'ultimo disponibile in un esemplare per ogni squadra.
La foto che posto raffigura il modello 1841 diviso nelle sue due parti. A questo si faceva ricorso se non si riusciva a estrarre la palla con l'attrezzo di tipo vecchio.
Nel tipo vecchio la punta filettata (tire-fond) veniva avvitata in mezzo ai due artigli elicoidali, ecco perché le palle possono essere segnate dalle punte.
Io credo che una concentrazione così elevata di proiettili estratti sia dovuta proprio al cambio di cartuccia per sicurezza di fronte al nemico. Ciao.
Bruno
view post Posted: 3/3/2014, 12:46     Calibri francesi epoca 1859 - Munizionamento e armi
Interessantissimo il confronto fotografico di Dennis. Dunque pallottole con incavo triangolare più piccolo del normale, perciò due lotti di produzione diversi ma standard prescritti rispettati in diametro e peso (probabilmente maggiore spessore alle pareti e minore nella parte ogivale). Perciò a Magenta nessuna evidenza di un'ipotetica palla tipo 1857 con diametro più piccolo (che non esisteva in Francia).
I due esemplari “cavati” a cavità triangolare piccola rappresentano, secondo me, solo una, anche se grande, coincidenza. La pioggia caduta il pomeriggio del 4 giugno a Magenta avrebbe potuto bagnare le polveri ed era più sicuro sostituire la cartuccia in canna in vista di nuovi scontri che però non avvennero.
In quanto ai proiettili rinvenuti in centro Italia vanno ricondotti al tipo introdotto nel 1860 nell'esercito sardo/piemontese poi italiano in occasione della rigatura dei fucili. Le misure sono identiche al modello francese, solo la carica fu prescritta in 5 g di polvere “da fucileria” anziché i 4,5 della cartuccia francese (cfr. Giornale Militare 1860 p. 260). Saluti.
Bruno
view post Posted: 28/2/2014, 17:03     Calibri francesi epoca 1859 - Munizionamento e armi
Grazie Dennis. Può darsi che le pareti della palla siano state inspessite, diminuendo le misure del triangolo, per non lacerare il piombo (cosa effettivamente riscontrata), ma quello che conta è il diametro che dovrebbe essere uguale per tutte. Se dovesse essere inferiore ai 17,2 mm (circa) il proiettile non sarebbe di origine francese né pertinente al 1859, pistola, fucile o carabina che sia.
view post Posted: 28/2/2014, 15:37     Calibri francesi epoca 1859 - Munizionamento e armi
Mi fa piacere che qualcuno commenti, ma temo che l'intervento sia inappropriato rispetto al periodo considerato (campagna d'Italia del 1859). Può anche essere che la bacchetta della prima pistola non sia originale, ma la bacchetta della seconda "a tulipano" fu introdotta nel 1860 in occasione della rigatura dell'arma che divenne M. 1822 T bis. Le 10 cartucce che il soldato a cavallo teneva nella giberna erano quelle della fanteria (con palla tonda) e quando caricava doveva buttare via ("saigner") più della metà della polvere per non provocare danni alla sua persona (dovuti al fortissimo rinculo se non scoppio della canna).
Ad maiora.
Bruno
view post Posted: 28/2/2014, 13:43     Calibri francesi epoca 1859 - Munizionamento e armi
Capita di vedere qualche proiettile tipo 1857 francese per armi rigate di diametro inferiore rispetto al regolamentare 17,2 mm in uso all'epoca. Una palla più piccola del solito farebbe pensare al munizionamento delle pistole. Ma di quale modello? In allegato la pistola 1822 T (T= trasformata a percussione dalla pietra focaia), modello base in dotazione alla cavalleria francese: arma non rigata di calibro 17,6 che utilizzava cartucce da fanteria con carica ridotta dai 4,5 g ai circa 2 g (cioè una parte della polvere veniva buttava via a occhio). Queste pistole furono rigate a partire dal 1860 (M. 1822 T bis).
L'altra pistola classica era il modello da gendarmeria che tirava la palla tonda piccola detta appunto da gendarmeria: diam. 14,7 carica 1,5 g. Questa palla è più facile da trovare col md perché impiegata anche nello shrapnel (obus à balles) che ne conteneva 64 se da 12 e 60 se da 4.

Il trasporto di cartucce in campagna, affidato all'artiglieria, prevedeva (manuale del 1856) cartucce a palla sferica, oblunga, cava e Nessler. Nel 1857 fu introdotta la nuova palla a svasatura triangolare e alla fine del 1859 la nuova palla da carabina. Nel 1860 il giornale militare del 20 luglio indica, in conseguenza della rigatura di tutte le armi e della soppressione dello stelo, due soli tipi di cartucce prescritti per tutti i corpi armati francesi: 1. la cartuccia da cacciatore del 1859 e 2. quella da fanteria del 1857; tuttavia e in via provvisoria a) la Guardia Imperiale continuava a far uso della palla cava (del 1854) fino ad esaurimento delle scorte, b) chi aveva ancora i fucili a stelo continuava ad usare la palla oblunga (Tamisier) e c) la cartuccia con la palla tonda era usata da chi aveva le armi a canna liscia.
Tenuto conto che intorno a Solferino si sono trovate palle con incavo quadro introdotte nell'esercito italiano nel 1867, in sostituzione di quella a cavità triangolare introdotta nell'armata sarda con la rigatura dei fucili nel 1860, è possibile che le varie località (Solferino, Madonna della Scoperta, forse la brughiera di Medole) siano stati terreni di manovra dell'esercito italiano dopo la guerra del 1866, venendo così “contaminati” almeno nei luoghi dove furono allestiti dei poligoni di tiro.
Quante di queste presunte palle tipo francese del 1857 ma di diametro più piccolo sono state rinvenute in contesto storico del 1859?
Un saluto a tutti.
Bruno
view post Posted: 21/2/2014, 18:20     Inneschi per armi a percussione Augustin - Munizionamento e armi
Grazie Stefano per notizia, anche se deludente. I tubicini sono piccoli e forse si buttano via magari senza rendersene conto. Occhio per il futuro. Il libro su Solferino per parte mia è pronto in tutte le sue parti (ho appena finito di mettere a punto le immagini). L'editore parla di crisi del settore (e dove non c'è crisi?) e dunque è meglio aspettare ancora un po'. Il secondo volume sugli armamenti è quasi messo a punto ecc. Appena si muove qualcosa te lo comunico. Grazie per l'interessamento. Bruno
view post Posted: 21/2/2014, 10:41     Inneschi per armi a percussione Augustin - Munizionamento e armi
Dennis non credo quei ritrovamenti provenire da armi austriache. La maglietta del Lorenz era diversa, il cane aveva foro quadrato e non tondo; la staffa sembra il portaruota girevole di un carrello.
Il nome del milanese/bresciano gardonese Console meriterebbe un approfondimento, ma i fucili austriaci di fanteria degli anni quaranta dell'ottocento sono dovuti alle modifiche sostanziali introdotte dal generale Augustin. Console a quell'epoca era già tornato a Milano con una ricompensa in denaro e la croce di ferro austriaca. Il suo acciarino, che era stato sperimentato da alcuni battaglioni di Jäger e granatieri all'inizio degli anni trenta, fu trovato molto più affidabile della pietra focaia tanto che alcuni esemplari di pistole, carabine da ussaro e moschetti da cavalleria opportunamente trasformati, furono dati in prova anche ad un paio di reggimenti di cavalleria. I problemi all'inizio si riscontrarono negli inneschi a tubicino, in seguito anche alla batteria dopo che l'imperatore Ferdinando I aveva dato ordine di armare tutti i cacciatori con carabine e Stutzen trasformate secondo il sistema Console (sovrana decisione del 9 gennaio 1836) denominandoli M. 1807/35. La produzione non si interruppe mai fino al 1848 ma i problemi non furono risolti definitivamente. Nel frattempo il generale Augustin aveva sviluppato il suo sistema che fu adottato per le armi della fanteria di linea e confinaria come M. 1807/40 e poi M. 1842 con piastra piccola. I fornimenti erano in ferro ma si utilizzarono anche dei vecchi fucili con parti in ottone. Nel 1844 (sovrana decisione del 22 marzo) i cacciatori di prima e seconda fila ebbero le loro carabine trasformate nei nuovi moschetti camerati. Il 3° battaglione fu il primo a riceverli entro l'anno. All'inizio del '48 dunque solo gli Stutzen dei cacciatori di terza fila avevano ancora la batteria Console (che però era in corso di trasformazione).
Non vorrei però divagare troppo dal vero tema che è l'innesco a tubicino sui campi di battaglia del 1859. :D
Bruno
view post Posted: 20/2/2014, 20:24     Inneschi per armi a percussione Augustin - Munizionamento e armi
Non sono un collezionista e non so niente di m.d. ma apprezzo queste armi che confesso vorrei avere. :wub: :wub: Qualcuna però l'ho maneggiata come questa che posto, anno 843 sulla piastra.
Grazie per avere corretto il titolo. :)
view post Posted: 20/2/2014, 16:00     Inneschi per armi a percussione Augustin - Munizionamento e armi
In effetti le armi Augustin non erano moltissime ma senz'altro presenti a Magenta (Bernate, Boffalora, fronte Naviglio Grande, ovest Magenta) e a Solferino (Cascina Nuova, abitato, Contracania, ovest di Pozzolento) con alcune migliaia di esemplari. Se si trovano palle appuntite e palle tonde da 15,9 mm a poca distanza dovrebbero trovarsi anche gli inneschi. Il materiale era lo stesso delle capsule: se di trovano le capsule dovrebbero trovarsi anche gli inneschi che il militare estraeva dal focone dopo aver sparato e buttava via. Troppo facile portare a casa il solito piombo; se fossi un collezionista ambirei avere tutta la dotazione di guerra compreso l'innesco a tubicino. Quaerite et invenietis.
Bruno
PS. Nell'oggetto della discussione il termine compressione naturalmente va corretto in percussione
view post Posted: 19/2/2014, 18:30     Inneschi per armi a percussione Augustin - Munizionamento e armi
Far fuoco col fucile Augustin
Per caricare c'erano dei movimenti ben precisi da eseguire. Seguo il “Regolamento d'istruzione per l'i.r. Infanteria” del 1851. In sintesi per prima cosa si introduceva il tubicino (“Zünder” o fulminante) nel foro del bacinetto che si vede nella prima foto dopo aver alzato il coperchio della batteria (acciarino), piegando verso il basso il filo di ottone da cui pendeva la cartuccia, poi si chiudeva il coperchio e afferrata la cartuccia la si tirava a lato di scatto separandola così dal tubicino. Nell'operazione successiva si versava la carica di polvere nella canna dopo aver strappato con le dita la carta ripiegata del cannello (non con i denti come forse si pensa; coi denti solo se le dita erano intirizzite per il freddo; il cannello era il cilindro formato da un trapezio di carta), quindi si inseriva la palla e la si calcava con la bacchetta. Seguivano quindi le operazioni per riporre la bacchetta e far fuoco. Per le reclute i movimenti di caricamento erano 6 e dati a comando in tedesco; successivamente, acquisita una buona esperienza, solo con la numerazione, quindi solo al comando di “ladet” (caricate). Per il fuoco ci si esercitava prima con cartucce di legno, poi con cartucce a sola polvere infine con quella a palla.
Al comando di “Feuer” (fuoco) e premendo il grilletto il cane batteva sulla testa del percussore la cui estremità a forma di tagliente percuoteva il tubicino provocando la deflagrazione del fulminate che a sua volta incendiava la carica facendo partire il colpo.
Ecco le foto:

view post Posted: 19/2/2014, 13:13     +1Inneschi per armi a percussione Augustin - Munizionamento e armi
Buongiorno a tutti.
Come in giro per Magenta e Solferino si trovano le capsule per i fucili a percussione così dovrebbero trovarsi anche i cosiddetti "Zünder", ossia quei tubicini di rame lunghi circa 18 mm e diam. 3 mm che servivano come innesco per tutte le armi del sistema Augustin. Allego un mio disegno del tubicino unito alla sua cartuccia mediante un filo di rame. Il dente del percussore lasciava la sua impronta al centro del tubicino (naturalmente se usato). Un argomento riguardante un oggetto piccolo ma ugualmente interessante secondo me. Qualche segnalazione? Grazie in anticipo. Bruno
view post Posted: 3/11/2013, 19:52     Medaglia. - Kappenabzeichen storia e identificazione
V. MAYER'S SÖHNE
IN WIEN
Erano gioiellieri molto noti a Vienna. A destra di WIEN dovrebbe esserci il titolo dell'argento (punzone con un simbolo e un numero).
view post Posted: 3/11/2013, 15:48     Medaglia. - Kappenabzeichen storia e identificazione
Mi sono accorto ora che la croce non è caricata dell'aquila bicipite e mi scuso per questa svista. L'ordinanza del ministero della guerra del 16 febbraio 1850, riporta la descrizione dell'ordine di Francesco Giuseppe di cui alla citata patente del 1849. Con la stessa ordinanza, parte II, fu istituita la croce al merito (Verdienstkreuz) che prese il posto della medaglia al merito civile in oro e argento. La nuova croce al merito si suddivideva in 4 varianti: d'oro con la corona, d'argento con la corona, d'oro senza corona, d'argento senza corona (queste ultime due più piccole delle due precedenti). L'esemplare postato è la variante d'argento con la corona. La forma è identica all'ordine di FG (a parte l'aquila e la catena che avvolge la croce). Tutti i dati sono contenuti nella raccolta delle leggi del 1850/I: Reichs-Gesetz- und Regierungsblatt für das Kaiserthum Oesterreich, XXI. St. p. 453.
http://books.google.it/books?id=-PhEAAAAcA...stkreuz&f=false
view post Posted: 3/11/2013, 02:24     Medaglia. - Kappenabzeichen storia e identificazione
Il bellissimo esemplare di medaglia merita qualche commento in più. Si tratta effettivamente di un'onorificenza al merito che però ha la denominazione di: Ordine di Francesco Giuseppe (Franz-Joeph's-Orden) fondato mediante la patente imperiale del 2 dicembre 1849 che contiene anche lo statuto di regolamentazione. Ricorda il primo anno di regno dell'imperatore e reca il motto Viribus Unitis (con le forze unite) scelto con sovrana decisione il 12 febbraio 1849. Si suddivideva in tre classi di merito civile e mlitare: gran croce, commendatore e cavaliere. Nell'anello che reggeva il nastro dovrebbe essere impresso il nome del fabbricante di Vienna.
Sarebbe interessante sapere a chi apparteneva. Bruno
view post Posted: 17/10/2013, 12:22     Piastrino. - Militaria & dintorni
Un paio di cosette per xpmetal-simo che conferma un piastrino da riconoscimento, per di più da bracciale: 1) come si può pensare che un piastrino austriaco sia scritto in francese? 2) un piastrino di riconoscimento personale deve necessariamente indicare il nome del militare che nell'esemplare postato non appare. Deve trattarsi di una specie di cartellino che identifica un oggetto al quale era appeso in qualche deposito. Bruno
57 replies since 12/3/2012