Ciao amici, oggi voglio pubblicare le foto dell' ultima mia passeggiata in Roma.
Itinerario : San Giovanni, Museo della liberazione in via Tasso e Cimitero Monumentale del Verano.
Il Museo della Liberazione, contiene cimeli, medaglie, stampe ( Clandestine ), graffiti, ed una vasta biblioteca. Quest'edificio, durante l' occupazione di Roma, fu' teatro di indicibili torture ai danni di parecchi sventurati, rei di appartenere o foraggiare la Resistenza Romana. Dopo le torture, non era raro che gli ufficiali tedeschi decidessero di fucilare questi malcapitati. Vi rammento in tal caso l' eccidio di La Storta, dove trovo' la morte anche il sindacalista Bruno Buozzi.
Ma l'emozione piu' grande si prova quando si entra negli angusti spazi adibiti a celle di reclusione. Lunghe circa 3 mt e larghe 1 mt, le loro pareti sono protette da lastre in Plexiglass. Questa protezione serve per non danneggiare le centinaia di graffiti fatti dai reclusi.
A mio avviso, questi graffiti sono la testimonianza piu' immediata e struggente degli orrori della guerra. Detenuti che affidavano ad anonime pareti messaggi inneggianti alla Resistenza, messaggi all' Amor Patrio. Ma sopratutto messaggi alle famiglie. Ai figli. Alle Moglie. Ed alle Mamme. Bhe, vi dico che leggendo queste testimonianze, mi sono immedesimato nelle vite di quegli uomini e donne reclusi. Ho provato a capire i sentimenti ( e sopratutto i tormenti ) che vivificano quelle persone. Ed in parte ci sono riuscito.
In conclusione voglio aggiungere un mio personale parere. Penso che al giorno d'oggi, nonostante i mille e piu' problemi che abbiamo, siamo dei veri FORTUNATI. Non abbiamo soldi, non abbiamo spensieratezza. Ma fortunatamente non abbiamo nemmeno la GUERRA.
Altra tappa del tour romano è stata il Cimitero Monumentale del Verano. Una città dentro la città. Entrando, si è subito pervasi da un senso di magneficenza. Innumerevoli tombe e loculi, ma anche grande abbondanza di cappelle private e monumenti funebri. Inoltrandosi per il cimitero, si possono ammirare vere e proprie opere d'arte funeraria. La cosa che piu' mi ha colpito, è stato il tentativo di queste persone ( sepolte da mani ormai morte da tempo ), di perpetuare il loro ricordo attraverso gli epitaffi posti sulle lapidi. Cio' ci permette, a distanza di piu' di un secolo e mezzo, di avere informazione sulla vita e sulla società nella quale vivevano quelle persone.
Il tentativo degli epitaffi di vivificare queste persone, è coaudivato dai ritratti funebri, molti dei quali opera del pittore qui tumulato Filippo Severati. Dei ritatti a dir poco stupendi, eccezionalmente conservati, che esplicano non soltanto lo stato fisico dei defunti, ma ci permettono anche di scrutare la loro anima e la loro intimità.
Ovviamente le differenze sociali e di classe si riscontrano anche nella morte. Quindi è facile imbattersi in alti prelati, aristocratici, dottori, che attraverso le lapidi ed i monumenti, raccontano le loro " Res Gestae ".
Ci sono poi i popolani, gli umili, dei quali il ricordo ai posteri è affidato semplicemente a nome, cognome, data di nascita e quella di morte, talvolta accompagnati da un poco poetico ( ma molto eloquente ) " Qui giaccono le ossa di.... ".
Le emozioni che si susseguono sono molte, talvota concatenate. Dico la verità. Malinconia e tristezza la fanno da padrone. Ma ammirando queste opere d'arte non ci è estranea neanche la magneficenza con la quale l'uomo ha tentato di perpetuare il ricordo di se.
Sperando di non avervi tediato, vi rammento che sono a disposizione per qualsivoglia domanda o informazione!
Ciao ragazzi, grazie e.....Alla prossima gita!
|